Risotto col luppolo
In questi giorni, lungo il fiume si possono raccogliere le prime piantine di luppolo – quello della birra – chiamate anche bruscandoli. Sono riconoscibili dalla vitalba, a cui assomigliano, perchè al tatto sono molto ruvidi.
I bruscandoli si notano perchè si alzano dal terreno solitari. Poi cercano compagnia e si avvinghiano a gruppi, oppure, molto frequentemente, attorno alle canne. Sono ottimi in cucina. Noi li usiamo per il risotto.
Si raccoglie solo la punta nel modo degli asparagi selvatici: si percorre la pianticella con le dita dal basso verso l’alto piegandola leggermente da un lato, quando si spezza, quello che vi resta fra le dita è buono (circa 10 cm).
Occorrono venti – trenta puntarelle per persona. Poi se non avete idee vostre, potete cucinarli per fare un buon risotto.
Avviate il brodo vegetale per la cottura del risotto.
Tritate grossolanamente i bruscandoli e metteteli da parte.
Tagliate a listarelle una mezza fetta di pancetta (2 persone), passatela nella pentola del risotto e rosolatela fino a farla croccantina.
Buttate il grasso, aggiungete poco olio e cipolla tagliata fine. Quando questa sarà appassita, mettete il riso (80 gr a persona), mezzo bicchiere di vino bianco e tirate fino alla sua evaporazione completa.
Continuate la cottura, aggiungendo gradatamente il brodo vegetale che bolle a parte.
A circa metà cottura aggiungete i bruscandoli, sale e pepe quanto basta.
A cottura terminata (riso al dente), spegnete la fiamma, aggiungete abbondante formaggio ben strutturato come il pecorino sardo, il formaggio di fossa, il Castelmagno o anche l’amato parmigiano. Mescolate, lasciate riposare due minuti e servite.
Una variante che ci ha insegnato una signora del delta del Pò prevede l’aggiunta di gamberi e/o mazzancolle. Ottima ricetta, la trovate qui Risotto con bruscandoli .