Politica

Almeno il Duce lo imparasse

Afra Bandoli, autrice del libro "Almeno il Duce lo imparasse"
Afra Bandoli, autrice del libro “Almeno il Duce lo imparasse”

“Mussolini dà tanti regali alle mamme che danno tanti figli alla Patria. La mia mamma ha avuti undici figli e li ha dati tutti al Fascismo sino dal 1919. Che brava mamma ho io! Egli non lo sa perché se lo sapesse manderebbe il regalo di sicuro! Almeno lo imparasse!”.
Questo è il componimento di una scolara della scuola elementare di Cotignola, nei primi anni del fascismo, dal quale trae origine il bel libro di Afra Bandoli “Almeno il Duce lo imparasse”.
L’autrice, maestra di scuola elementare, ha realizzato un’indagine sulla rivista dei bimbi di Romagna “E Val”, che ci racconta la scuola degli anni venti, dopo l’ingresso della riforma Gentile. “E Val” nasce a Cotignola, ma in breve tempo acquisisce diffusione e notorietà nelle scuole romagnole e anche oltre. La rivista viene apprezzata in sede ministeriale, tanto che Lombardo Radice (antifascista) la addita ad esempio da seguire. Poi, lentamente, il Duce e il fascismo portano dentro la scuola la propaganda del regime e la trasformano per i suoi fini politici, fino a quando, nel 1932, la pubblicazione della rivista cessa di colpo.

Ne parlo perché si tratta di un bel libro e quindi mi sembra giusto suggerirne la sua lettura. Io non ho la capacità di recensirlo, dico solo che a mio parere si tratta di un libro di storia. Un libro che racconta un’epoca, quella dei primi otto anni del regime fascista in Italia. Vi si legge la storia del popolo, della gente povera, vista dagli occhi dei bambini e mediata dalle menti degli adulti che, pian piano, si allineano al fascismo, diventando educatori del regime.

Leggendo il libro, mi è tornato alla mente il ricordo dei racconti di mio nonno Domenico, fante della prima guerra mondiale, tornato da una carneficina che non aveva capito per quale scopo fosse stata perpetrata e subito immerso in una vita di duro lavoro e di indigenza (ma non per questo mai incline al fascismo). Il grande valore del libro, oltre al fatto che è scritto con un linguaggio bello e scorrevole, risiede nel fatto che ci parla di un periodo della nostra storia recente che nessuno tratta e che, quindi, nessuno conosce. Quando invece, soprattutto di questi tempi, avremmo bisogno di conoscere e di ricordare. 

E ci aiuta a ricordare, una riflessione di Afra Bandoli che ho letto proprio oggi nella sua pagina di Facebook. Afra, riferendosi a quei tempi, dice: Gli scolari venivano “addestrati”i dai loro insegnanti a “venerare” il duce del fascismo e a considerarlo un “buon padre” che provvedeva a tutto fino a ritenere fondamentale impossessarsi dei loro pensieri e delle loro aspirazioni, nell’assoluta mancanza di libertà di ciascuno di opporsi, di protestare e dissentire.” I pensieri sul Duce” era un compito suggerito dalla redazione del giornalino scolastico “E’ Val” agli scolari nell’anno scolastico 1928/’29 e dato da svolgere con i loro maestri in classe. Leggendoli si nota non un pensiero diverso l’uno dall’altro, in quanto tutti parlano del “Duce” in modo entusiasta e “osannante”; non uno scolaretto che sia stato lasciato libero di scrivere che il duce “non faceva bene”, che stava sbagliando tutto e che bisognava cambiarlo con un capo di governo più bravo. Non si poteva farlo. Perchè? Perchè era stata soppressa dal fascismo la libertà di pensiero e di espressione. Chi trasgrediva, veniva punito severamente. Tutti erano COSTRETTI a parlare bene del duce e si perseguiva questo intento cominciando a plagiare gli Italiani fino dagli anni dell’infanzia, quando cioè si è più deboli e indifesi. 

Concludo con un’annotazione. Nell’occasione della celebrazione di quest’anno della Liberazione di Castel Bolognese, abbiamo presentato i contenuti del libro ai bambini delle classi quinte delle scuole elementari di Castel Bolognese. L’abbiamo fatto sotto forma di piccola piece teatrale, coinvolgendo nella preparazione e nella recitazione gli insegnanti e i bambini stessi. Debbo dire che il risultato è stato molto bello, nel senso che i bambini hanno partecipato con trasporto e con interesse, dimostrandosi attenti e ricettivi. Al punto che ho pensato sarebbe bello produrre un piccolo format da sviluppare in tutte le scuole della provincia.  Questa esperienza mi porta a suggerire come il libro possa sicuramente essere letto e commentato anche assieme ai bambini che sono vicino a noi.

Se questo mio dire ha suscitato in qualcuno di voi interesse tale da volere leggere il libro, vi dico che potete acquistarlo nell’edicola di piazza Fanti a Castel Bolognese o richiederlo direttamente a me scrivendo su: domenicosportelli@gmail.com oppure contattandomi al 3400532380.

 

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