Castel Bolognese

Il dissesto dei marciapiedi, partiamo da loro

Marciapiedi 003Primo fatto. Devo dire che mi piange il cuore vedere le nonne che spingono le carozzine dei loro nipotini, in mezzo al traffico stradale, casomai contromano, per l’impossibilità di percorrere i marciapiedi, causa il loro dissesto. In pochi giorni, ho notato due di questi casi in via Ghinotta. Aggiungo che una nonna mi ha anche chiesto di fare presente il problema in alto, forse pensando che io sia ascoltato. Da tempo ho letto la notizia della nuova asfaltatura di via Ghinotta; non si capisce quando, visto che col freddo le asfaltature non è consigliato farle. Ebbene, quando si farà, spero che si vorrà partire dai marciapiedi.

Secondo fatto. Allo stesso modo di cui sopra, mi piange il cuore constatare l’avvenuta declassificazione delle piste ciclabili di via Khennedy, a semplici marciapiedi, causa lo stato di penosa incuria nel quale sono state tenute.
A suo tempo, da assessore, discussi a lungo con gli abitanti di via Khennedy, per liberare i marciapiedi dal parcheggio delle auto, per diminuire la velocità di transito degli automezzi e per dare maggiore sicurezza agli utenti deboli. Alla fine le soluzioni furono quelle di trasformare i marciapiedi in piste ciclabili (le misure lo consentivano), di segnare a terra gli stalli delle auto, di rialzare un incrocio, di portare a senso unico in entrata la via Marchesina e di disegnare un attraversamento pedonale verso la zona sportiva. I residenti partecipanti furono d’accordo, il lavoro fu fatto e le cose hanno funzionato bene, eccetto l’uso da parte delle bici degli ex marciapiedi, perché già allora erano mal messi. Ebbene, ora, invece di sistemare decentemente le piste ciclabili, si è pensato di declassificarle con la sola ragione (ritengo) di non volere noie.

Mi chiedo se la manutenzione della nostra città e la sicurezza degli utenti deboli della strada potrà continuare ad essere considerata in questa maniera. O se invece si vorrà seguire l’esempio del “sindaco d’Italia”, “lui che le cose le fa”, verso il quale quasi tutti si sono convertiti.

 

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