Verso sud tre, Mattinata
Verso Mattinata. Abbiamo scelto la Statale 16 Adriatica. Comoda, poco trafficata, con lunghissimi rettilinei che pare di essere in Francia. A Foggia si svolta per Manfredonia e qui si incontra una strada a quattro corsie, con altre due vie laterali per il traffico locale. Per un lungo tratto, almeno cinque chilometri, sulla destra, una fila di grandi esemplari di eucalipti. Siamo nella Capitanata, campagna rigogliosa di ulivi, prati-pascolo e orti, punteggiata da masserie e antichi ruderi.
A Mattinata scegliamo “Sosta camper da Francesco”. Siamo in riva al mare, sotto gli ulivi. Tutti i servizi per 13 euro, più 2 per la luce. Doccia a gettone. Buon produttore di olio, gestisce anche un B&B sulla spiaggia.
L’approccio non è dei migliori.
Veniamo a contatto con due persone che mal sopportano i complimenti che, tanto per tastare il polso, ho fatto al governatore Niki Vendola. Mi dicono che i guai della Puglia sono iniziati giusto quindici anni fa. Da allora sarebbe iniziato il sacco della Puglia e a farne le spese l’ambiente. La loro, a me è parsa una posizione costruita sulla base di un ambientalismo puramente ideologico. Accenno in positivo alla realtà dell’Emilia e lui mi dice che conosce molto bene Bologna, che da trent’anni viene su per essere curato, ma che l’ha trovata nettamente peggiorata negli ultimi venti anni.
Secondo contatto, un giovane pescatore sul molo.
E’ arrabbiato con tutti, dice che nel Gargano hanno potenzialità tali da potere essere all’avanguardia – l’oro giallo costituito dall’olio, l’oro bianco dei prodotti caseari e l’oro nero del loro vino di pregio – ma che governanti inefficienti e popolo dormiente lasciano spazio ai grandi predoni del territorio (alla fine capisco a chi allude). Mi parla di sessanta razze di orchidee selvatiche, alcune delle quali uniche al mondo, che perfino i giapponesi vengono a cercare. Poi mi indica col dito i luoghi e gli elementi del sacco della costa e del territorio. Parla di cattiva politica, di interessi privati a scapito del bene comune, elogia politici del passato come Prodi, Veltroni, Letta. Lo battezzo come un deluso dal Pd, che ha votato M5s. In crisi di identità, ora guarda con speranza al nuovo asse politico. Gli chiedo quanti sono gli arrabbiati come lui: “10 su mille”, è la risposta.
Incuriosito, cerco di vedere il sacco del territorio.
Dal molo in cui mi trovo, arrivo sulla spiaggia e vedo i calcinacci di un lavoro edile spinti nella spiaggia, verso l’acqua del mare. Dopo 10 metri noto un nastro bianco e rosso che cinge una importante costruzione adibita a bar-ristorante, costruita a pochi metri dall’acqua. Mi avvicino e vedo i “sigilli” di sequestro della Magistratura. Percorro 50 metri di strada per vedere i resti di una villa romana di cui mi aveva parlato l’amico pescatore. Cerco l’insegna turistica del sito. Noto decine di pannelli pubblicitari, ma non quello che cercavo. Vedo una rete di cinta, mi accosto e scorgo i resti dell’antica villa romana. Un antico oleificio del quale si scorgono i contenitori dell’olio (dolii) in muratura, oramai nascosti dalle erbacce e dalle piante di ailanto – invasive e a rapido accrescimento – che in poco tempo distruggeranno tutto. Resto sconcertato, cerco il famoso pannello informativo che alla fine trovo divelto, gettato sopra una massa di rifiuti.
Guardo in alto verso la collina e scorgo un accrocco turistico, visibilmente fuori posto. La sera vado alla ricerca del centro di Mattinata per una pizza. Una persone gentile me lo indica nel Corso Matino. Verso le venti, si va popolando. La via è Ztl con divieto di transito agli automezzi dalle sei di sera alla mezzanotte. Camminare lungo la via illuminata del Natale è piacevole, se non fosse che diverse auto transitano ugualmente in tutta tranquillità e anche riverite. Senza che un Vigile o un cittadino faccia presente che non sarebbe il caso. Purtroppo, anche la pizza non era delle migliori.
Sempre più perplesso arriviamo al camper, clicco “Mattinata” e intuisco diverse cose. Il comune di Mattinata è da tempo commissariato dallo Stato per ingerenze mafiose nell’Amministrazione, mafia che qui ha al centro dei propri interessi il “Piano coste”. Al mattino paghiamo il dovuto per la sosta e partiamo. Ma non è finita.
A coloro che non fanno caso alle cose che ho descritto, o che riescono a farci il callo, dico che la costa, il mare e il paesaggio montano sono molto belli. Da questo tratto di mare inizia la costa garganica, fitta di innumerevoli anfratti, grotte, spiaggette, con una bellissima vegetazione e con, alle spalle, il grande promontorio verde del Gargano.
Foto che parlano da sole.
Bravo Domenico bel racconto che si legge molto bene; prima o poi dovrai fare un raccolta dei tuoi racconti di viaggio e pubblicarli
Grazie Ivo. Circa la raccolta dei racconti, anche mia cognata che opera nel settore me lo dice. Non mi pare però che siano nulla di straordinario … anche se la normalità oggi potrebbe essere un valore. Comunque ci sto pensando. Dovrei trovare un filo logico che attraversasse i quasi 2000 articoli scritti nel mio sito, oltre ai quasi 400 che ho scritto per il sito degli Amici del Senio. Debbo confrontarmi con chi ne sa più di me. Anche il tuo dire mi è molto utile. Domenico