Cocomero bianco, resiste al grande caldo
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(27 Agosto) Speriamo che cessi il grande caldo. Che però pare non avere disturbato troppo il cocomero bianco e le zucche.
Lavori. Le due piante di cocomero, sono ancora rigogliose. Anzi continuano ad allungarsi e a produrre fiori, nonostante a più riprese abbia cimato le catene. Operazione necessaria per irrobustire la pianta, contenerne lo sviluppo e ingrossare i frutti.
Al momento occupano almeno 20 metri quadrati di terreno e mostrano 6 bellissimi frutti, in parte coperti, quindi parzialmente ombreggiati, dalla loro vegetazione. E questo è un bene. Credo che il tempo della raccolta sarà anticipato. Salvo cataclismi, la marmellata anche per il prossimo anno è assicurata e ci saranno i piccoli semi per tutti coloro che me li hanno richiesti.
Quanto alle zucche, hanno avuto lo stesso andamento del cocomero bianco. Anche loro continuano ad allungarsi e a produrre fiori e frutti. Occorre quindi cimarle, 4-5 foglie oltre il frutto che si vuole portare a maturazione. Il raccolto sarà sicuramente anticipato, penso a metà settembre.
Le piante di zucchina e di fagiolini che ho messo a dimora dopo il cataclisma di luglio, che ho tenuto innaffiate a goccia con un piccolo impiantino, azionato di tanto in tanto dalla nonna, procedono bene, nonostante una mia nuova assenza di quasi tre settimane. Ho la ragionevole fiducia di assaporare i frutti delle nuove piante. I radicchi e le rape seminati a spaglio per l’inverno, invece, non innaffiati, non sono nati e dovrò ripetere l’operazione.
Da ieri sto ripulendo dalle erbe le fila di cavoli, la fila dei porri, quella dei sedani, dei fagiolini, dei finocchi e dell’insalata che con l’impiantino a goccia ho si salvato (quasi tutti), ma al prezzo della nascita di diverse infestanti.
Semine. Ho messo a dimora 150 piantine di radicchi per l’inverno e 40 piantine di finocchi (oltre quelli seminati a suo tempo a spaglio. Con questo procedimento (terreno lavorato e a suo tempo). Ho tirato un filo per avere la riga dritta, ho fatto piccoli solchi profondi 8-10 centimentri; una passata con lo stallatico (concime naturale) e abbondante innaffiatura nei solchi. Dopo una mezza giornata, a terra bagnata, ma non fradicia, ho messo a dimora le piantine, rincalzandole con cura fino al loro colletto. Trenta centimetri fra le piante e quaranta centimetri fra le fila. Poi ho messo l’irrigazione a goccia ed ho provveduto ad una abbondante innaffiatura (2 ore). Da ripetere a giorni alterni fino a quando sarò sicuro dell’attecchimento. Prima di interrare le piantine di radiccio, le ho cimate a 6-8 centimetri dalla radice (così la piantina si rafforza). Subito reclineranno il capo; nessuna paura, mantenendo giuste innaffiature, in 3 giorni si riprenderanno.
Raccolti. Non siamo all’apice. Ma si sopravvive. Qualche pomodoro, qualche cetriolo e qualche zucchina dalle vecchie piante. Pochi peperoni, bene invece le melanzane. Le piante di pomodoro a terra, quelle per la conserva, hanno invece dimostrato di avere sette vite. Ho potuto raccogliere almeno 10 chili di frutti che poi abbiamo tarsformato in otto bottiglie di buona passata.
![Cocomero bianco 015](/wp-content/uploads/2012/08/Cocomero-bianco-015-300x225.jpg)
Giardino dei frutti. Finite le percoche, è il momento delle uve da tavola: una bianca senza semi e dolcissima, una rossa che sa di moscato, bei grappoli di albana. Anche la vite di trebbiano è già matura, prevedo quindi che i contadini anticiperanno la vendemmia. Poi i fichi (nel momento in cui sto scrivendo, ne stò caramellando una teglia). Sta arrivando a maturazione un tipo di prugne, quelle nere; cominciano a cadere le prime noccioline. Sia nell’uno che nell’altro caso siamo in netto anticipo sulla tabella di marcia.
Le due Giacomine hanno ripreso a sfornare due ovetti al giorno.