L’arte di associarsi
“Tra le leggi che governano le società umane, ce n’è una che sembra più precisa e più chiara delle altre. Se gli uomini vogliono restare civili, o diventarlo, l’arte di associarsi deve crescere e migliorarsi, nella stessa misura in cui si incrementa l’uguaglianza delle condizioni”.
L’arte di associarsi, di dar vita a “corpi istituzionali intermedi” che valorizzino le identità – professionali, sociali, territoriali – è l’unico antidoto ai due veleni che insidiano la democrazia:
l’atomizzazione della società e degli interessi, che impedisce una partecipazione effettiva dei cittadini al governo;
la dittatura delle maggioranze, che massifica la società e la rende conformista.
Ho immaginato di ascoltare queste parole pronunciate in uno qualsiasi dei talk-show politici che quotidianamente ci perseguitano dagli schermi televisivi. E ho immaginato anche la risposta, immediata e tagliente, del politico rampante di turno, presente in studio:
“finitela con questi ideologismi post-sessantottini! basta con gli egoismi corporativi, con i bizantinismi dei tavoli di confronto! L’interesse generale lo incarniamo noi, e o così o tutti a casa…”
Sconsolatamente mi sono chiesto: chi glielo dice a questo che in realtà si tratta di parole e pensieri scritti nel 1835 da uno di padri nobili del pensiero liberale, il visconte Alexis de Tocqueville nella sua opera “La democrazia in America”?
Giuseppe Casadio
Ndr – Ieri, informando un conoscente della sinistra in merito alla costituzione dell’Associazione del Amici del fiume Senio, mi sono sentito rispondere: ma come, un’altra? Dedico a chi la pensa in questo modo sulle tante Associazioni in campo, questo pensiero di Beppe Casadio.