Orto in rianimazione
(8 luglio) Dopo 15 giorni di assenza, sono tornato nell’orto. L’ho trovato come un pugile colpito da ko. Pazientemente, sono quattro giorni che tento di rianimarlo. I danni più evidenti sono stati la crescita delle erbacce che affogano le piante, i pidocchi che hanno colpito senza pietà le di zucchine, le piante di pomodoro sostenute da tutore che non sono state sbracciate adeguatamente. Questo è avvenuto nonostante che qualche mano amica abbia, qualche volta, innaffiato e abbia staccato i frutti maturi; operazione molto importante quest’ultima per il prosieguo della produzione.
Mi soffermo un attimo su questo per dire che lo scopo della pianta è la sua riproduzione; se non si staccano i frutti, la pianta ha raggiunto il suo scopo, smette la produzione di fiori, lascia cadere (morire) i frutti più deboli e porta a maturazione i più belli. Se invece i frutti, maturi per noi, ma non per la pianta, vengono staccati, la pianta continua il suo lavoro. Produce fiori di continuo, fino allo sfinimento e alla sua morte biologica. Ecco perchè i frutti maturi (per noi) vanno staccati perchè la pianta continui a produrne. Poi, caso mai, si sceglie una pianta alla quale si lascia un frutto perchè maturi, secondo la sua biologia, per ricavarne il seme, conservarlo e riprodurne la specie. Nel mio caso, in un angolo dell’orto, avevo una pianta di zucchina alla quale non è stato staccato il frutto. La pianta ha cessato la produzione; ora quel frutto è delle dimensioni di una zucca, sta ingiallendo, quindi maturando secondo l’esigenza riproduttiva della pianta. Lo conserverò per ricavarne i semi per il nuovo raccolto.
So bene che questa è una storia banale per la maggiornaza delle persone. L’ho illustrata perchè possa servire ai genitori di quei bambini che disegnano le galline con quattro zampe (notizia tv), affinchè si pongano il problema di parlare con i loro figli della natura e del miracolo della terra.
Lavori. Avrete capito che il lavoro principale di questi giorni è consistito nella rimozione delle erbacce, nella cura delle piante orticole, in frequenti innaffiature.
Raccolte. Ho proceduto alla raccolta della patate primaticce (primura) ben mature. Per me le patate sono mature quando la loro foglia comincia a seccare e quando la buccia rimane ben solida, se sottoposta allo sfregamento e alla pressione delle dita della mano. Ho raccolto le cipolle per il consumo estivo (quelle messe a dimora a novembre), ora sono tenute fuori, all’ombra, per completare la maturazione; poi comporrò delle trecce che appenderò in luogo ventilato.
Il giardino dei frutti. Le albicocche sono venute a maturazione nei giorni della mia assenza. Quelle che non sono cadute abbiamo potuto gustarle appena staccate dall’albero. Sono di buonissima qualità. Assaggiare un frutto maturato sull’albero non ha nulla a che vedere, come gusto e soddisfazione, a quelli che acquistiamo al super mercato. Questo dovrebbe fare riflettere i nostri produttori di frutta, particolarmente di pesche, i quali si lamentano, certamente a ragione, della scarsa remunerazione del loro prodotto. Una delle cause è certamente la scarsa qualità organolettica dei loro prodotti che, venendo staccati acerbi, e consumati dopo settimane e mesi, perdono quasi completamente di qualità e gusto.
Pollaio. Purtroppo, se grazie alla cura è stata combattuta la coccidiosi, la malattia di Marek si è propagata a tutti gli esemplari. Nonostante non esistano controindicazioni al consumo, la scelta è stata diversa e l’esito potete immaginarlo. Ora il pollaio verrà sanitizzato e mantenuto vuoto per un pò di tempo.