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Gli orti utili ovunque, anche nel fiume

Oggi dall’orto avuto dal comune ho portato in cucina un radicchio rosso trevigiano di un chilogrammo nettato e un finocchio di 750 grammi. Con una parte – circa 350 grammi – del radicchio ho cucinato un Risotto al radicchio rosso, mantecato alla fine con del Castelmagno che ho trovato da Delithia a Faenza, un sorprendente negozio alimentare di qualità da poco presente anche a Castel Bolognese nel palazzo Pietro Costa, lungo la via Emilia.

Considero l’orto educativo come la scuola e necessario per una cucina di qualità, risparmiosa, sostenibile, a chilometri zero. Per questo considero Castel Bolognese un paese del ben vivere, perchè qui ci sono certamente tanti orti. Tre grandi appezzamenti messi a disposizione dal Comune con circa 250 particelle a cui se ne aggiungono circa 100 nella golena del fiume Senio. In quasi tutte le case di campagna c’è un orto, così come nei piccoli cortili di tante case di città. Poi gli orti ricavati dai piccoli sfridi di terreni marginali.

Vorrei spezzare una lancia a favore degli orti nel fiume. Certamente non ovunque, per ragioni di sicurezza e certamente non a qualsiasi condizione. Difficile fare orti nelle golene dove il fiume è pensile e stretto; sbagliato istallare superfetazioni come serre e mettere grandi bidoni che in caso di fiumana potrebbero essere travolti e andare a cozzare contro le pile dei ponti.

Avendo cura e attenzione al tema della sicurezza, ove possibile, gli orti nel fiume sono belli e utili. Utili per la ragione che l’alveo viene mantenuto pulito, perchè gli animali che scavano tane se ne stanno ben lontani e in generale perchè il conduttore dell’orto garantisce vigilanza e sicurezza.

 

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