Racconti

Ho visto Morandi

Monzambano 031Ricordo quando, adolescente di bar, giocavo Gianni Morandi contro Claudio Villa, sostenuto dagli “anziani”. Si trattasse di Canzonissima o San Remo, quasi sempre perdevo. La location era il “favoloso” bar Senio degli anni sessanta a Cotignola.

Ieri mattina, ad Alfonsine, ho incontrato Morandi alla Podistica della Liberazione. Io ho percorso a piedi 10 chilometri, lui, di corsa, 21. L’ho visto all’arrivo quando è giunto e quasi quasi non ci credevo. Rimpicciolito dalla fatica, viso scavato e sconvolto. Molto diverso da come appare nelle foto di rito. Poi ho riflettuto. Morandi ha settant’anni e ha percorso 21 km in un’ora e cinquanta minuti.

Ma quello che veramente mi ha sorpreso è lo stile del personaggio che ha fatto parte del mio immaginario e che vedevo da vicino per la prima volta. Appena arrivato – come ho detto, trafelato da non credere – è salito sul palco senza cambiarsi e rifocillarsi, a colloquiare col pubblico. Battute e ricordi espressi con una semplicità disarmante, per un personaggio famoso conosciuto in ogni paese del mondo.

Dopo avere intonato, assieme al pubblico Romagna mia, ha ricordato di quando a 13 anni è venuto ad Alfonsine – al Milleluci – per la sua prima esibizione pubblica (in calzoni corti e con il maglione che gli aveva fatto la mamma), certo non pensando che dopo 57 anni sarebbe tornato su quella piazza “sempre in calzoni corti”. Poi, con il sorriso e la simpatia che lo contraddistingue, una chiosa sul Milleluci “quando allora c’erano le foto di Lenin, Gramsci, Togliatti e oggi … quella di Renzi”.

Che dire. Davvero un bel personaggio. Uno del popolo, uno di noi.

 

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