Piana di Castelluccio e Monte Vettore
Segnalo con piacere a chi ama viaggiare con lo spirito di scoprire le bellezze del territorio, due giorni trascorsi nel parco dei Sibillini. Siamo andati col camper, darò quindi informazioni con qualche ridondanza, ma tali da potere essere utili anche ad altri camperisti.
Siamo partiti nel primo pomeriggio di venerdì (26 giugno), percorrendo la A14 fino all’uscita di San Benedetto del Tronto – Ascoli Piceno. Direzione Roma per superstrada, che diventa Salaria poco prima di Ascoli. Per la notte ci siamo fermati, dopo 340 km, ad Arquata del Tronto (770 m – parcheggio del Palazzetto dello sport, silenzioso) dove, dopo cena, abbiamo visitato il vecchio borgo medievale e il castello (ben conservati) accompagnati da un cagnolino.
Il mattino, saliti alla Forca di Presta (1535 m) ci siamo trovati al cospetto della piana di Castelluccio. Prima ghiacciaio, poi lago, ora la piana è coperta da prati pascolo e coltivi di grano e lenticchie. Come molti sanno, la caratteristica che fa di questo luogo una grande tavolozza impressionista sono le fioriture (alcune foto a corredo rendono l’idea del luogo più di tante parole). Si può camminare a piedi, in bike, visitare Castelluccio. Per la sera ci sono due aree per la sosta gratuita dei camper (senza servizi).
Il giorno dopo siamo risaliti di buon’ora con i camper alla Forca di Presta per la programmata escursione in cima al monte Vettore (2.476 m). Il percorso è considerato di alta montagna, è quindi consigliabile salire presto per rientrare entro mezzogiorno (spesso la vetta attrae le nubi in formazione e di frequente grandinicchia – come dicono i pastori del luogo). Il percorso, pur senza particolari difficoltà, consiglia di calzare scarponi e di avere con se lo zaino con giacca a vento, mantella, un piccolo kit di pronto soccorso, acqua e zuccheri. Occorre avere piede fermo, essere in buona salute e abbastanza allenati.
Si parte subito in salita e … si sale sempre. Verso i 2200 metri si incontra il rifugio Zilioli, sulla dx la vetta. Verso la cima si può scorgere il lago di Pilato, due chiazze di acqua turchese incastonate in uno splendido paesaggio simil dolomitico, le pareti del monte Redentore, il declivio del monte Vettore e la valle a nord. Debbo dire che dal punto di vista paesaggistico si tratta di uno dei sentieri più belli che abbia percorso. Ivo ed io siamo arrivati in cima dopo due ore e quaranta minuti, breve sosta e ritorno in un’ora e dieci minuti. Quattro ore in tutto, ma di buon passo.
Dopo il pranzo e un adeguato riposo, siamo ridiscesi ad Arquata del Tronto dove abbiamo passato la notte … vigilati dallo stesso cagnolino di due giorni prima.