Di passaggio per Rapolano, abbiamo sostato per un giorno nella comoda area camper di Lucignano. Ci ha fatto piacere rivedere il borgo, proprio in quei giorni agghindato dalla presenza di un Concorso di pittura estemporanea. Pittori qua e la con le loro tavolozze e colori, davanti agli scorci più belli del paese. Ecco alcune foto.
Verso Rapolano, poco prima di imboccare la super strada Siena – Bettolle, si incontra Rigomagno scalo, un accrocchio di case in corrispondenza della stazione Fs di Sinalunga. Prima dei binari, sulla destra, c’è il Bar Trombetta. Una visitina è quasi d’obbligo, basta ripararsi quando si entra. Fucili non se ne vedono, ma le pallottole fischiano da una bocca all’altra degli avventori, tutti in tenuta mimetica. Qui ogni cosa parla di caccia, di tartufi e di funghi. Nel banco di fianco alla macchina del caffè fa bella mostra di se un grasso maiale in porchetta. Con dei panini di pane toscano alti almeno dieci centimetri. L’insegna del bar è una tromba da cui escono non note, ma la testa di un cinghiale.
Rapolano, oltre ad essere conosciuto per le sue apprezzate terme, deve qualcosa anche a Garibaldi . Qui, dopo la ferita patita in Aspromonte, fece i bagni e tornò in forma.
Oltre al suo grazioso centro storico, ciò che ci attrae di Rapolano sono il paesaggio collinare e boscoso e le camminate. Questa volta la nostra attenzione è andata al Bosco di sotto, una grande cerreta di querce secolari. Ci si arriva comodamente a piedi. Il bosco è attraversato da diversi sentieri e strade che conducono a bellissimi casolari di campagna. Visita da non perdere.
Seguendo il percorso che porta a Rapolano antico, si attraversa una zona di orti. Siamo rimasti abbastanza sorpresi nel constatare come questi, un tempo bellissimi, ora si mostrino assai trascurati. Segno che gli ortolani sono invecchiati e che, forse, ai nipoti l’orto non interessa.
Un ritrovo quasi d’obbligo per chi va alle terme a Rapolano in camper è la trattoria la Patria di Roberto e famiglia. Persona eccentrica ed arguta, un simpatico toscanaccio. Stavolta quando ho telefonato per prenotare – se non prenoti non entri, anche se c’è posto – mi ha appellato con signora, ed ha insistito. Quando gli ho fatto presente che ero un uomo mi ha risposto: ho capito, ho capito … signora. Infine alla richiesta dell’ora in cui potevamo andare mi ha risposto: signora, venga pure quando vuole, ma io prima delle venti non apro. Di Roberto si dice abbia lasciato fuori dalla porta per almeno un’ora Sting. Alla fine, assieme a Roberto, ci si ricorda i pici all’aglione, i buonissimi crostini di rigaglie e i succulenti stufati. Viva Roberto di Rapolano.
E adesso alcune foto.
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