Presto si vota: servono più ambientalismo e più ambientalisti
Proporre una facoltà in Romagna sulla materia alluvionale
Con il termine ambientalismo (o ecologismo) si intende un insieme variegato di idee e correnti intellettuali che studiano la relazione tra umanità e ambiente o intendono ispirare azioni per tutelare l’ambiente (Wiki).
Che cosa fa un ambientalista? Si occupa di problemi ambientali e afferma la necessità della difesa ecologica dell’ambiente soprattutto contro i fattori e i comportamenti che ne provocano l’inquinamento o la distruzione. Quindi, è proprio il caso di dire che sia benedetto l’ambientalismo e siano benedetti gli ambientalisti.
Ci avviciniamo alle elezioni. Il 9 giugno prossimo voteremo per eleggere il Parlamento Europeo e tante Amministrazioni comunali, fra le quali tutte quelle della vallata del Senio, ad eccezione di Faenza e Riolo Terme. Le elezioni sono il fulcro della democrazia e della politica. Governare l’ambiente significa fare politica.
L’ambiente, l’ecologia sono un bene comune per eccellenza. Se così è la loro trattazione non può essere che trasversale. Deve riguardare tutte le espressioni della politica. Tutte le forze in competizione debbono manifestare, negli uomini e nelle donne che chiamano a rappresentarle e nei loro programmi, un adeguato tasso di ambientalismo. A noi elettori spetterà poi il compito di misurarlo e di comportarci di conseguenza con l’espressione del voto.
In Romagna è capitata una catastrofe inimmaginabile, effetto dell’eccessivo surriscaldamento del pianeta avvenuto negli ultimi decenni. Alla causa di fondo si sono aggiunte diverse concause individuate: nella scarsa manutenzione degli ultimi decenni dei fiumi e delle reti scolanti nel loro insieme; nella mancata tutela delle aree alluvionali; all’eccessivo consumo di suolo; alla carenza di adeguate opere di mitigazione del rischio; alla mancanza di adeguate strutture tecniche e di prevenzione.
Elementi questi ultimi che devono costituire la base per una critica di fondo che va svolta. Dopo di che dobbiamo impegnarci perchè dalla Romagna arrivi uno stimolo ed un esempio al rinnovamento.
La base da cui partire per un cambio di paradigma è l’ovvia considerazione del fatto che la Romagna è un territorio alluvionale. Il che vuol dire che ha sempre avuto a che fare con l’acqua e così sarà anche in futuro. Allora è urgente recuperare il tema della gestione delle acque e bisogna farlo al livello più elevato, quello della pianificazione territoriale.
Alziamo il tiro, puntiamo a diventare un esempio per tutti. Mettiamo al centro il tema dell’acqua come risorsa per tutti noi. Una risorsa da sfruttare per il bene comune. L’acqua che dovremo trattenere nelle casse di espansione dovremo condurla lungo percorsi virtuosi: potrà alimentare parchi acquatici, zone umide, donare alle città un nuovo volto.
Sfruttiamo l’alluvione per studiare, puntiamo a coinvolgere l’università. Proponiamo una nuova facoltà in Romagna sulla materia alluvione. Si potrebbero recuperare idee su tutto ciò bandendo, ad esempio, un concorso internazionale.
Torniamo ad affermare principi di verità che gli stolti hanno messo in discussione, a volte nel tentativo di oscurare tante responsabilità. Si è detto che il fiume non è un corridoio ecologico quando invece lo è per sua natura. Ogni fiume trasporta, scambia, crea e alimenta biodiversità. E’ quindi un caposaldo, un elemento fondamentale per l’ambiente in cui viviamo.
Si è detto che è stata colpa degli alberi lasciati crescere in eccesso dentro ai fiumi, per compiacere gli “ambientalisti”, per avere i loro voti. E chi era alla ricerca di alibi per errori del passato è stato al gioco ed ha deciso di sterminarne qualche milione. In barba ad ogni considerazione scientifica sulla loro utilità per la qualità della vita delle persone, per contenere l’inquinamento, per contrastare il surriscaldamento.
Non più rinviabile il tema della riduzione del consumo del suolo e di recupero di quello “offeso” e ora non produttivo. “Il suolo regola il ciclo naturale dell’acqua, dell’aria e delle sostanze organiche e minerali. Filtra e depura l’acqua, memorizza le sostanze e le converte. È un anello fondamentale del flusso energetico e del ciclo dei nutrienti che contraddistinguono l’ecosistema Terra”. Come non assumere allora questo tema come uno di quelli derimenti per la qualità futura della nostra vita?
Torniamo al voto dell’ 8 e 9 giugno. Sarebbe utile chiedere a gran voce – a tutti coloro che aspirano ad una funzione di Governo – di conoscere i programmi circa le tematiche ambientali e conoscere le persone che si impegnano a sostenerli. E regolarci di conseguenza. Anche noi possiamo dire la nostra. Scegliamo ambiente.