Il Parlamento contro la Cassazione
Oggi, ci sarebbero diverse cose interessanti da commentare, dalla mega discarica di amianto che si vuole fare in provincia di Ravenna, alla responsabilità dei sindaci per l’inquinamento delle loro città, ma l’attenzione generale è posata sulla protesta del Parlamento contro la Giustizia andata in onda ieri.
Non è che in questa vicenda stupisca l’atteggiamento di Berlusconi e dei suoi sostenitori più accessi, abbiamo visto di tutto. Quello che sorprende nei fatti di ieri – la richiesta del Pdl di bloccare per protesta i lavori del Parlamento per tre giorni – è stata l’accondiscendenza degli altri partiti della maggioranza: Pd e partito di Monti. Certamente non accogliendo in pieno la richiesta, ma concordando la sospensione dei lavoro per ieri pomeriggio, dimostrando in tal modo sicuramente “comprensione”. Comprensione che ha avuto il significato di “pressione” verso la Cassazione che oggi, pare, abbia subito il colpo, paventando la possibilità di rinvio della famosa sentenza.
Questa vicenda è parsa chiara fin dal primo pomeriggio di ieri e oggi non ne parlerei se non fosse per dolermi dei discutibili, reiterati, interventi di tanti deputati e dirigenti del Pd, che nel tentativo di “scusare” e mettere al riparo il Pd, hanno cercato di negare l’evidenza e la verità dei fatti, ampiamente riportata oggi da tutta la stampa; ovvero che il Pd, per bocca del suo capogruppo, ha concordato la sospensione dei lavori per mezza giornata, patteggiando di fatto in tal modo col Pdl la protesta del Parlamento contro la Cassazione. Poi la si infiocchetti come si vuole, ma la sostanza non cambia. Davvero tristi poi i tentativi di quanti hanno cercato di spostare l’attenzione scagliandosi sul M5s.
Cosa accadrà nei prossimi giorni? E’ certo che Berlusconi agirà fino all’ultimo per evitare quella sentenza, cercando salvataggi da ogni parte; resta da vedere se qualcuno gli lancerà il salvagente. Per il bene del paese, spero che Berlusconi sia convinto a regolare personalmente i suoi problemi con la legge e che ne accetti serenamente il corso. Nulla vale più del principio di giustizia.