Politica

Pandemia e le Case di Riposo

Una fonte autorevole della Ausl Romagna ci ha detto nei giorni scorsi che al centro dei focolai Covid ci sono le Scuole, le Case di Riposo e le Famiglie. Nei commenti della politica questo dato non emerge. Si informa, si augura, si ringrazia, ma poco si analizza. Eppure bisognerà scavare.

Le scuole. In genere sono inadeguate quanto a spazi, funzionalità, sicurezza. Da quanto tempo in Italia non si investe in edilizia scolastica? Guardiamo a Castel Bolognese: abbiamo due plessi (elementari) vetusti e quello delle Medie, inadeguato quanto a capienza. Alle Pascoli (scuola media) è potuto accadere che nel momento in cui si sono fatti notevoli investimenti per l’adeguamento strutturale, si sono dovuti spostare alunni nei locali delle Bassi. Rammento a me stesso che da almeno trent’anni a Castello si parla di polo scolastico e di un nuovo plesso scolastico.

Le Case di Riposo. Questo è un tema tragico. In molti casi sono avvenute e avvengono, causa Covid, vere e proprie decimazioni. Dispiace parlarne in questi termini. Siccome gli anziani non escono, il Covid si presume sia importato dall’esterno (personale addetto e servizi). Uno dei problemi allora è il governo del personale e la loro tutela, quel personale che da oltre dieci anni fa parte di aziende private, sia pure cooperative, onlus e convenzionate.

Parlo delle Case di riposo perchè quando mi sono occupato di quell’argomento, l’ho fatto con tutta la passione e la dedizione di cui ero capace. E mantengo vivi tanti ricordi. Rammento il legame, l’integrazione stretta, della Casa di riposo col territorio, il ruolo dell’ente Opere Pie Raggruppate, l’impegno che mettemmo per ottenere i finanziamenti per la struttura protetta posta al piano superiore dell’ex ospedale che comprende alcuni mini-appartamenti, il lavoro che facemmo per offrire alle “badanti” conoscenze professionali e sociali e controllo pubblico. Ricordo persone speciali per rettitudine, capacità professionale e moralità come Claudio Villa e Angelo Peroni. 

Furono quelli gli anni in cui si parlava di prevenzione, di domiciliarità per le persone anziane, di prossimità, di un ruolo più attivo dei Medici di base. Il fatto è che quelle erano le idee degli addetti del settore, spesso illuminati – ricordo ad esempio con affetto Vanna Vanni – che che loro proponevano pensando alla dignità delle persone anziane. Cercando di farle sentire se non proprio al centro, almeno di lato a quella che già allora si vedeva essere una evoluzione sociale che li marginalizzava.

Ma purtroppo in quella fase la politica parlava d’altro. Furono quelli gli anni in cui venne decisa l’alienazione delle Opere Pie e la loro trasformazione in altra cosa, la centralizzazione delle sedi di comando dei servizi socio-sanitari, compreso la componente operativa. L’affidamento ad aziende private della gestione del personale addetto. In poche parole una rivoluzione per contenere i costi di gestione di una popolazione sempre più anziana in una società in profonda evoluzione tecnologica e morale. Tutte misure quelle, a ben vedere, di segno opposto ai concetti di prossimità, di domiciliarità, di una medicina e di una assistenza che andasse verso le persone, nelle case, nei quartieri.

Oggi, mentre assistiamo alla vulnerabilità del modello creato, è stata la stessa politica a riprendere, nella prima fase del Covid quei concetti e a riproporli con forza. Salvo poi non avere promosso nei mesi successivi una coerente conseguenzialità e quindi la correzione degli errori del passato. E oggi assistiamo ad una preoccupante recrudescenza degli effetti nefasti indotti da un terribile nemico che miete vite a mani basse fra la popolazione anziana, particolarmente là dove si trova ad essere ammassata e fuori contesto sociale.

Dobbiamo capire il passato, ma guardare avanti. Oggi come non mai la questione “anziani” va studiata, approfondita, discussa e va collocata civilmente nel quadro dell’evoluzione progressista della società che vede porre al centro dell’impegno la questione ecologica, la circolarità, il calo delle differenze, l’informatizzazione vista come alfabetizzazione di massa.

Quello che mi aspetto è che il tema degli anziani, a partire dalla Case di Riposo, sia immediatamente sviluppato dalla politica ad ogni livello e trovi una sua giusta collocazione nei progetti che l’Italia deve proporre all’Europa per essere finanziati.

 

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