Politica

Invito alla responsabilità, o pratica del padrinaggio?

L'asinello delle Dolomiti
L’asinello delle Dolomiti

Dopo aver letto le cronache politiche recenti ci è venuto da pensare: bene! la direzione del PD di giovedì scorso è andata al meglio. Epifani e Letta, con le loro relazioni, hanno tracciato un percorso per l’azione di governo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi: investimenti produttivi, politiche industriali, ammortizzatori sociali, scuola, impegno per nuove politiche a sostegno della ripresa economica in Italia ed in Europa. Accelerazione dei lavori parlamentari per una nuova legge elettorale. Continuità di impegno in tema di diritti civili; è di sole poche ore il decreto per nuove misure contro la violenza sulle donne. Insomma, i titoli per una piattaforma di governo credibile, nella situazione data; credibile se alle dichiarazioni seguirà un vero cambio di passo nella operatività del governo e nei lavori parlamentari. Così si sfida la maggioranza.
Ovviamente nessun cedimento sul terreno della giustizia; né per riforme di sistema pasticciate, né per avallare, in qualche modo, la sottrazione di chicchessia all’efficacia delle sentenze. Le truppe berlusconiane ostacoleranno l’azione del governo, o ne determineranno la crisi? ci sono un Parlamento e un Presidente della Repubblica nella pienezza delle rispettive prerogative. Sapranno decidere di conseguenza.

Alla direzione del PD è stata sottoposta anche una sequenza di appuntamenti e scadenze per lo svolgimento del congresso. Le cronache ci raccontano di una riunione durata complessivamente meno di un’ora, senza interventi, contestazioni, obiezioni; anzi, all’uscita dichiarazioni unanimi di condivisione, qualcuna addirittura entusiastica, dicono taluni cronisti.
C’è da supporre che molti militanti -come chi scrive- abbiano inteso queste notizie come buone notizie. Così si evita il pantano di una discussione, tutta introspettiva, sul senso, per la sinistra, di questa “strana maggioranza”, e si chiama piuttosto a responsabilità, per quanto possibile, una destra che ulula alla luna per nascondere lo sbando in cui si trova. Così, inoltre, si pongono le condizioni per svolgere un congresso vero, sul tema decisivo di come ricostruire una sinistra italiana ed europea per i prossimi decenni.

Indubbiamente la situazione permane in un equilibrio precario, esposta a incertezze e fibrillazioni quotidiane, ma l’andamento della direzione costituisce, comunque, un contributo di chiarezza e stabilità.
Poi però sfogliando le pagine interne di “Repubblica” in pari data (venerdì 9 agosto) si può leggere una intervista rilasciata da Goffredo Bettini che, a prenderla sul serio, riporta la discussione in un altro mondo. Affermazioni decontestualizzate. Nessuna indicazione circa le priorità per l’azione di governo, neppure per titoli. “Dobbiamo battere Berlusconi in campo aperto, uno scontro da finale di partita” (!!!). E ancora: “…colpire ogni tipo di rendita politica, ovunque essa sia cresciuta…” (???). Un formidabile programma politico. E sul congresso prossimo del PD: una ricostruzione è possibile “…se tutti i democratici si uniscono in un unico grande campo inclusivo e in grado di superare le divisioni…”. Fantastico!
Ma nessuno si lasci sopraffare dallo sbandamento emozionale; un punto di concretezza, di aggancio alla realtà Bettini ce lo offre: “Raccolti attorno alla persona che ha più probabilità di vincere”. Matteo Renzi?, chiede l’intervistatore. “Sì, proprio lui….Lo dico, come si sarebbe affermato una volta, per un’esigenza democratica e nazionale.”

Et voilà!, cari aderenti o simpatizzanti del PD. Non vi sarete messi in testa che è importante discutere di programmi di governo per sostenere l’economia, ora che qualche segno di novità pare manifestarsi; che vorreste dire la vostra sul modello di società per cui impegnarsi; che vi piacerebbe partecipare ad una discussione vera sul ruolo e la funzione dei partiti oggi e nel futuro prossimo! Che bisogno c’è di farsi venire il mal di testa? Eppoi, di fronte ad un’esigenza democratica e nazionale, che valgono le piccole velleità individuali? L’unica questione irrisolta (questo sì, anche per Bettini) è il superamento del “porcellum”, poi basta votare, e votare Renzi perché lui, in quanto mediaticamente efficace, ha di certo le soluzioni.

La sequenza di queste due letture (la cronaca della direzione e l’intervista a Bettini) ci ha provocato qualche sbandamento; poi ci ha soccorso la memoria della recente lettura di un intervento del politologo Carlo Buttaroni (l’Unità, 5 agosto 2013), che ci ha rammentato, citando Hans Kelsen, un passo de “la Repubblica” di Platone. In quel dialogo Socrate, rispondendo alla domanda su come dovrebbe essere trattato, nello Stato ideale, un uomo dotato di qualità superiori, dice: “…dopo avergli fatto notare che non c’è uomo di tal genere nel nostro Stato, e che non deve esserci, untogli il capo ed incoronatolo, lo scorteremmo fino alla frontiera”.
Noi non vogliamo scortare alla frontiera Matteo Renzi, tanto meno per colpa di Bettini; vorremmo, anzi, confrontarci su motivazioni non banali che ci inducano a decidere di votarlo o non votarlo innanzitutto nel congresso prossimo. Ma per rendere possibile ciò, Bettini, che evidentemente gli è amico, lo incoraggi a manifestare a tutti noi i suoi concreti programmi per il governo della polis. Questo coraggio varrebbe a Renzi molto più di qualsiasi padrinaggio.

Giuseppe Casadio

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