Racconti

Grazie, ora riposa in pace

Brisighella - Chiesa di Santa Maria in Purocielo

Ieri siamo tornati a trovare Ancilla Cavina, “Franca”, la staffetta partigiana che abbiamo incontrato il 21 novembre scorso nel suo ultimo viaggio nel luogo dove ha voluto restare per sempre: nel Rio di Cò, sotto Cà di Malanca. Lungo quel sentiero che tante volte ha percorso sul suo cavallo bianco, nei lunghi mesi della terribile battaglia partigiana per liberare l’Italia dal nazifascismo.

Cinquanta persone hanno raccolto l’invito. La figlia e la nipote, al seguito altri familiari, conoscenti, gente comune. La maggior parte è giunta su a piedi, partendo da Santa Maria in  Puriocielo. Altri in  auto, i più giovani in bici. Beppe, ci ha fatto da guida, illustrandoci i luoghi e gli avvenimenti della cruenta battaglia avvenuta il 10, 11 e 12 ottobre del 1944, lungo il sentiero che stavamo pecorrendo e le case che stavamo rimirando. Con gli occhi abbiamo cercato di individuare il punto dove questo e quel combattente erano caduti: Attila, Ivo, Livio … .

Ogni volta che percorro quei luoghi, mi coglie una emozione diversa. Questa volta mi ero documentato sulla battaglia, leggendo una, due, tre volte il racconto di Montevecchi. Un racconto molto ben documentato, che ci dice innanzitutto dell’eroismo di quei combattenti in cerca di riscatto da una vita di stenti, di privazioni e senza libertà, ma che ci parla anche del contesto di estrema difficoltà in cui quella lotta avvenne.

Ci dice dei tanti contadini che aiutavano, ma anche dei pochi che con ogni probabilità cedeva e forniva informazioni; ci parla di talune ambiguità degli alleati derivate dal fatto che forse non volevano si potesse dire che parte del territorio era stato liberato dai “comunisti”; ci dice di probabili errori di strategia nella catena di comando dei partigiani. Ci lascia anche la traccia del dubbio che nella fase finale della battaglia dei “tre giorni”, le soverchianti fozrze nazifasciste, abbiano lasciato un piccolo varco aperto nell’accerchiamento oramai concluso.

Tutte cose che però non lasciano il minimo dubbio circa il dovere che ogni antifascista, ogni persona libera, ha di mantenere  viva la memoria attorno a quel glorioso periodo della nostra storia recente.

Una storia che nessuno deve dimenticare. E che potrebbe ripresentarsi, seppure sotto mentite spoglie. Tutti noi siamo grati ad Ancilla che, con il suo gesto, ci fa ricordare questo. Anche lei, per questo sarà contenta e potrà riposare in pace.

2 commenti

  1. Caro Domenico, ti leggo sempre con piacere e devo dire che la puntualità, la precisione ed i sentimenti che trasmetti sono da me molto apprezzati e condivisi.
    Oggi pomeriggio , con Lella, abbiamo pensato di fare un giro a Pennabilli.
    Due le ragioni che ci hanno spinto . La prima è che la mamma di Lella, recentemente deceduta, per alcuni anni ha trascorso piacevoli ferie estive a Pennabilli con gli anziani alfonsinesi. La seconda, volevamo vedere i mandorli in fiore all’interno del ” giardino dei mandorli ” di Tonino Guerra . Abbiamo così scoperto una splendida cittadina , con angoli davvero belli. Due in particolare. Il primo , la campana di Lhasa, regalata e deposta direttamente dal Dalai Lama nel 2005 , per onorare il missionario capuccino Fra’ Orazio da Pennabilli. Secondo in ordine, ma primo per quanto concerne le emozioni trasmesse, la casa ed il giardino dei mandorli di Tonino Guerra . Attraversando un paese deserto siamo giunti davanti al cancello della casa. Era socchiuso e lasciava intravedere uno splendido giardino pieno di mandorli fioriti. Dalla casa di Tonino è uscita una donna che, vedendoci , si avvicina a noi. In due parole ho spiegato che desideravamo solo vedere il giardino senza entrare, ma la signora mi ha subito interrotto poichè non era italiana e non mi capiva. Ci ha così condotti fino alla vicina porta di casa di Tonino e ci ha introdotti all’interno. Forte il nostro imbarazzo. Seduta su una poltrona, c’era la moglie di Tonino con due amici . L’ho riconosciuta immediatamente in quanto vista in TV il giorno prima in occasione del funerale. Nonostante fosse appena rientrata dal crematorio di Cesena con l’urna cineraria del marito, ci ha accolto con una sorprendente disponibilità e cortesia . Era davvero stanca e stressata per le fatiche degli ultimi giorni. Mi ha ringraziato per le poche parole di condoglianze espresse più col cuore che con la mente ed ha invitato l’amica presente a prendere le chiavi e ad accompagnarci alla vicina fondazione di Tonino per visitare la fondazione stessa con tutte le sue cose ed opere. Ho trovato questo incontro, in una silenziosa Pennabilli, davvero emozionante . Ed è per questa ragione che ho deciso di trasmettere questa emozione anche a te. Ciao ! Alla prossima. Claudio

    1. Caro Claudio, ti ringrazio per tutto.
      Quello che vi è capitato è straordinario, a volte capita a chi visita i piccoli luoghi della nostra bella Italia con delle motivazioni.
      Ricordo vagamente Pennabilli e credo possa essere la sede di uno dei nostri piccoli viaggi in camper. Che ne dici?
      Ricordo con affetto Tonino Guerra, il suo aspetto mi ricordava i miei nonni. Mi rammarico di non essere riuscito ad incontrarlo: avrei tentato di chiedegli un’idea per la mia città.
      Davvero bello l’atteggiamento della sua donna, certamente nel solco dello spirito del Maestro che ha avuto a suo fianco.
      A presto. Domenico

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