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Di ritorno dalla Francia

Di ritorno dalla Borgogna, nella Francia centrale, mi viene da dire che se Atene piange, Sparta non ride. Italia e Francia sono due grandi Paesi con molti problemi, molti dei quali simili. Viaggiando e visitando luoghi, ho tratto impressioni che desidero socializzare.

Giusto dire che mettere a confronto le due realtà non è facile.

Ogni mia affermazione va presa come dato di tendenza, a volte presunta, e non come verità assoluta. Per dire quanto sia difficile fare confronti fra Italia e Francia basta considerare questi semplici dati che ci rendono strutturalmente diversi, nel contesto di evidenti similitudini economiche, sociali e politiche.

Francia: superficie 675.000 km quadrati; popolazione 68 milioni; densità 101 abitanti per km quadrato.

Italia: superficie 302.000 km quadrati; popolazione 59 milioni; densità 196 abitanti per km quadrato.

Andare con il camper in Francia è un piacere.

La condizione dell’asfalto è buona ovunque, la segnaletica è ben curata, l’attenzione per ciclisti e pedoni, bambini e invalidi è ben evidente. Le misure per contenere la velocità eccessiva sono costanti ed efficaci. Restringimenti della carreggiata, disassamenti, isole salva pedoni, innalzamento degli attraversamenti pedonali, zone 30 sono una costante. Poi le rotonde, anche piccole, con la ciclabile che gli gira esterna e con attraversamenti rialzati. Naturalmente tutte ben curate con alberi, fiori, opere d’arte.

Siamo mancati per un anno dalla Francia.

Forse è per questo che abbiamo notato un ulteriore aumento dei supermercati, piccoli e grandi, collocati nelle periferie urbane. A questo abbiamo potuto osservare come corrisponda un evidente decadimento dei nuclei storici delle varie città. Ben oltre a quanto sta accadendo in Italia, pure essa investita da questo fenomeno. Molte botteghe chiuse, case in vendita, poca gente in giro. La proverbiale cura delle città con arredi floreali ed altro mostra segni di difficoltà. L’idea che mi sono fatto è che in Italia gli esercenti si stiano difendendo meglio che in Francia.

Invece i Farmer – la loro Campagna Amica – sono meglio in Francia.

I produttori locali che vendono in proprio i loro prodotti sono in numero nettamente maggiore a quelli italiani e più attivi. Si notano mercatini loro dedicati in tutte le città e un loro ampio spazio nei mercati ambulanti tradizionali. Il loro pezzo forte sono i formaggi, ma anche la verdura, le confetture, i dolci e la carne. Presente il sidro di mele, ma non il vino che, evidentemente viene commerciato per altri canali e con altre strategie. Molto presenti i prodotti bio che paiono essere in maggiore espansione rispetto l’Italia. 

Abbiamo notato come siano in forte aumento le piscine familiari, frutto evidente del surriscaldamento climatico. Non ci sono zanzare, e questo è stato un grande sollievo. Dopo quindici giorni, la prima mi ha punto appena sceso dal camper a Susa. Spesso parliamo di qualità della vita, che in Italia potrebbe essere migliore, se a questo disagio fosse posta maggiore attenzione. 

La zona visitata da noi è ricca di foreste, molte delle quali demaniali.

Altre frutto della coltura del legno e della coltivazione degli alberi di Natale. Quello che sta accadendo è un graduale processo di deforestazione alla ricerca di un uso diverso dei terreni e di maggiore reddito. L’aspirazione è legittima, ma le preoccupazioni legate al clima sono altrettanto evidenti al punto che è sorto un movimento di protesta, che, fra altro, raccoglie soldi per acquistare porzioni di foreste. 

Un tema che si accentua e che accomuna i due paesi è quello dell’invecchiamento della popolazione e della solitudine delle persone anziane.

Nelle zone rurali, che sono tanta parte del territorio francese, calano i bambini, chiudono i luoghi di ritrovo e di socializzazione, chiudono le scuole. Aumenta il disagio per le famiglie con giovani e di conseguenza, la loro migrazione verso le città maggiori. Si può dire che nelle aree più depresse del paese le difficoltà sono in aumento.

La risposta più evidente da parte dei cittadini è quella della crescita dell’associazionismo, sostenuta dal pubblico. La loro idea è quella di attrarre una fetta maggiore di turismo verde, attrezzando a questo scopo il territorio – a dire il vero assai vocato a questo scopo – e le abitazioni, molte delle quali ora abbandonate. 

La trattazione del Covid e le problematiche ad esso legate sono sostanzialmente le medesime dell’Italia.

No vax, green pass, mascherine, controlli, qualche operatore sanitario recalcitrante. Stessi problemi. Da annotare un fatto di cui dovremmo ricordarci noi italiani quando critichiamo il nostro sistema sanitario. In Francia i medici di base sono liberi professionisti. Il cittadino ogni volta che varca la sua porta paga la prestazione a tariffa. Poi, successivamente chiede il rimborso. Immaginate quale può essere lo stato d’animo della popolazione quando un medico, come quello a cui fa riferimento la famiglia di mio fratello, unico in un territorio vastissimo, decide – come attualmente sta succedendo – di chiudere per un mese il suo ambulatorio (per protesta contro vaccini e green pass). 

Ed ora alcune foto.

 

 

 

 

 

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2 commenti

  1. Complimenti Domenico, molto interessanti le tue valutazioni sui nostri cugini francesi per i medici di base a pagamento probabilmente dipende dal fatto che poi si detraggono la spesa dalla dichiarazione dei redditi sistema che dovremo adottare anche noi per tutte le altre spese quali artigiani, ecc oltre a quelle dei medici per ridurre i pagamenti in nero.
    E poi vedo che anche in Francia fai ottima raccolta di funghi ma non poteva essere diversamente vista la tua professionalità di fungaiolo.
    Buona giornata.

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