Tredozio, S.M. in Castello
Seconda camminata del trittico di fine maggio a Tredozio (31 maggio 2020, sole e nuvole). Andiamo alla ricerca della vecchia chiesetta di Santa Maria in Castello. Partiamo dalle Volte, attraversiamo il paese per acquistare il giornale e per una sorta di passerella che fa piacere, al cospetto di persone gentili e generalmente sorridenti. Sono gli esercenti e gli abitanti del luogo che apprezzano i visitatori del loro comune.
Dopo il convento della SS Annunziata prendiamo la via Battaglione Corbari, strada per San Valentino. Al primo bivio si tiene la destra e si prosegue su strada asfaltata verso il monte Marzanella. Si sale con lo sguardo che corre sul paesaggio composto da coltivi, zone boscose, colori, case di sasso, quasi tutte oramai ristrutturate. Un particolare quest’ultimo che merita attenzione, per almeno due ragioni. Le ristrutturazioni avvengono nel rispetto delle vecchie architetture delle case di campagna. In secondo luogo è questa una scelta che ri-porta persone verso la montagna e che quindi contribuisce a tutelarla.
Giunti al crinale, incontriamo il sentiero 553 (m. 640) che percorriamo a dx, verso il Monte Busca. Questo è un tratto panoramico molto bello. Ci si ferma volentieri ad osservare la natura, a fotografare quello che pare bello e interessante per potere protrarre nel tempo la felicità che quei luoghi ci rendono.
Dopo circa un km, a sx scorgiamo il campanile a vela della chiesa di Santa Maria (m. 677). Lascio la compagnia e in pochi minuti arrivo alla chiesa. Appena la si scorge si nota l’architettura funzionale con la quale è stata costruita. Allo spazio della funzione religiosa si accostano i luoghi del ritrovo della comunità, fino a quello della sepoltura a fine percorso. Di fronte alla chiesa infatti è ancora visibile un importante cumulo di terra dove i parrocchiano sono stati sepolti fino al 1919, quando vennero traslati nell’ossario di Tredozio.
La chiesa per fortuna era aperta, due vecchi parrocchiani la stavano arredando per la messa. Chiedo permesso, l’uomo si volta e mi apostrofa per nome. La sorpresa è grande. Lo individuo subito, è Francesco Dalle Fabbriche, un mio collega di sindacato. Abbiamo combattuto in eserciti diversi, lui era Fim e io Fiom, ma dalla stessa parte, dalla parte dei lavoratori per i loro diritti e per migliorare la loro condizione.
Mentre mi ha accompagnato a visitare il complesso, con lui abbiamo parlato di quanto sarebbe bello conservare quei luoghi della memoria… senza però scorgere la luce in fondo al tunnel.
Fra le cose belle della chiesetta, oltre ad alcune epigrafi storiche, il suo originale porticato e la statua – credo in legno – di Sant’Isidoro, l’agricoltore. Oltre ad altre pitture e particolari che non saprei descrivere. Osservando e ascoltando il racconto del parrocchiano Francesco, mi sono ricordato di una proposta che avanzai in una sede istituzionale provinciale nel corso della mia esperienza di assessore. Quella di collegare con un percorso ciclabile tutte le chiese di campagna della Provincia, con lo scopo di recuperarne, non solo come testimonianza, la funzione storica e sociale rivestita nel tempo. Purtroppo non se ne fece nulla e rimase in me l’amarezza del fatto che nemmeno la componente cattolica dimostrasse il ben che minimo interesse.
Ripreso il percorso, poco oltre la chiesa si incontra sulla dx la via Rocchigiana, che in poco più di una mezz’ora ci riporta a Tredozio, di fronte al bar dei motori. Anche questo tragitto è piacevole nel constatare la natura che lo circonda. Alberi secolari fra i quali diversi esemplari di cipressi toscani, ancora case in via di ristrutturazione, fino a scorgere il campanile della vecchia chiesa di San Giorgio che si può raggiungere lungo le carraie.
Da queste parti si ha ancora il piacere di incontrare tante piante di frutti dimenticati che, per fortuna, sono ancora rispettate e curate dai bravi contadini del posto. Poco prima dell’ingresso a Tredozio si può scorgere il suo bel panorama.
Termino con alcuni dati. Il percorso è di circa 14 km, interamente su strada, assai poco trafficata; il dislivello in salita è di circa 400 m.; tempo di percorrenza, mettere in conto almeno 4 ore.
Altre foto scattate lungo il percorso.