Politica

Classifica Il Sole-24 ore, Ravenna al decimo posto

Foto EXPO 2015
Foto EXPO 2015

Pubblico l’annuale analisi di Rino Gennari.

Seguo questa classifica da sedici anni. Ravenna, in questi anni, dal 2005, è sempre stata tra le prime quindici classificate. In particolare, quarta nel 2005, quinta nel 2011, sesta nel 2013, settima nel 2006, ottava nel 2008 e prima nel 2014.

L’edizione 2015 della classifica è stata pubblicata il 21 di questo mese. Le province sono 110. Una prima considerazione. Certi avanzamenti o arretramenti nella classifica tra un anno e l’altro, non rappresentano perfettamente i movimenti reali.

Perché? Tutti gli anni una parte degli indicatori presi a riferimento cambia. Per esempio, rispetto all’anno 2000, ne sono stati persi per strada più di dieci su trentasei, sostituiti da altri, complessivamente meno significativi. Alcuni di quelli abbandonati, secondo il mio parere, avrebbero dovuto essere mantenuti, in quanto molto importanti per concorrere a rilevare più correttamente la qualità della vita: trasporti; incidenti stradali; suicidi o tentativi; regolarizzazione lavoratori; infrastrutture; decessi per tumore; tasso di inflazione; indice del costo della vita; percentuale di stranieri regolari sulla popolazione. Il mantenimento di questi indicatori avrebbe avuto riflessi rilevanti sulla posizione delle province nella classifica generale.

Approfondimento e articolazione dell’analisi.

Lo slittamento di Ravenna dal primo al decimo posto non è un dramma. Ha ottenuto 555 punti sui 600 della prima provincia (Bolzano), 45 in meno. Però nella classifica precedente, la decima provincia ha solo 19 punti in meno.

Ora vediamo quali sono gli indicatori nei quali la nostra provincia eccelle e quelli nei quali invece si trova in posizione arretrata.

Ravenna occupa ottime o buone posizioni nelle seguenti classifiche: valore aggiunto pro-capite; patrimonio medio delle famiglie; importo medio pensione-mese, il quale però in un anno è calato di quasi duecento euro, passando da 1047 a 861; rapporto impieghi-depositi; rapporto sofferenze-impieghi; tasso di occupazione, asili nido, tasso di presa in carica; tasso di emigrazione ospedaliera, il quale però è solo uno dei componenti, sia pure non trascurabile, per valutare la qualità della sanità di una provincia (comunque sappiamo che la sanità ravennate, pur non esente da limiti, è relativamente buona, rispetto a quella della stragrande maggioranza delle altre province); la velocità della giustizia; numero medio degli anni di studio; speranza di vita media alla nascita (83,20 rispetto agli 83,60 della prima, che è Firenze). Nel settore del tempo libero, Ravenna occupa un buon quindicesimo posto, al cui interno c’è il dato non buono delle librerie. A proposito delle librerie, sarebbe interessante conoscere il dato delle vendite on line, che però non sono la stessa cosa.

Gli indicatori negativi per Ravenna sono i seguenti, alcuni dei quali importanti: costo della casa; numero di abitanti per kmq; separazione delle coppie coniugate (non è noto il dato delle separazioni delle coppie non coniugate); indice di vecchiaia, over 65-under 15 (il quale però ha qualche rapporto con l’indice positivo della longevità). Nel settore dell’ordine pubblico stiamo molto male. Per 100 mila abitanti: scippi e borseggi, 95° posto con 386 casi; furti in casa, ultimo posto con 839 casi; rapine, 96° posto con 60 casi; estorsioni, 88° posto con 16 casi; truffe e frodi, 80° posto con 222 casi. Nella classifica di questo settore siamo al 105° posto su 110. In proposito, non bisogna però trascurare il fatto che la propensione a denunciare questi reati, nella nostra provincia, può essere più accentuata di quella di molte altre province, con riflessi nella graduatoria.

Volendo esprimere un giudizio complessivo, innanzitutto si deve tenere conto del fatto che se si fossero mantenuti alcuni indici degli anni scorsi, come, per esempio: trasporti; incidenti stradali; decessi per tumori; costo della vita, la posizione di Ravenna nella classifica generale sarebbe peggiore. Inoltre, nel valutare la qualità della vita, si dovrebbe, in linea di massima, considerare quanti cittadini sono interessati più o meno sensibilmente ai dati degli indici positivi e quanti quelli che subiscono le condizioni rilevate dagli indici negativi. Per esempio, l’alto costo della casa e la situazione dell’ordine pubblico incidono negativamente sulla qualità della vita di quasi tutti i cittadini, mentre, alcuni indici positivi, i quali ovviamente sono i benvenuti, interessano una parte molto minore di cittadini.

Per finire, voglio insistere sulla questione dell’ordine pubblico, perché il danno provocato dai singoli reati si salda a quello di tutti gli altri, creando un danno generale che colpisce tutta la cittadinanza. Per esempio. “Mina alle radici la nostra tradizionale tendenza alla solidarietà. Molti anziani vivono in ansia. I movimenti delle persone sono condizionati negativamente. Lievitano di molto le spese per gli impianti di sicurezza per le abitazioni, in tanti casi inefficaci.

E’ quindi necessario potenziare la vigilanza pubblica e la prevenzione, mettere gli autori dei reati in condizione, una volta individuati, di non nuocere ulteriormente, istruire i cittadini circa i comportamenti da modificare, cercare di orientare la reazione dei cittadini affinché questa sia ferma, ma non estranea alla nostra civiltà. Nella nostra provincia e in ogni comune è necessaria una specifica campagna di non breve durata, per intervenire su tutti gli aspetti di questa problematica. Dobbiamo ricostruire la nostra relativa tranquillità e il nostro paesaggio relazionale.

Sull’insieme della situazione della nostra qualità della vita, c’è ancora molto da fare, da parte delle Istituzioni, della scuola, delle associazioni di qualsiasi tipo, delle famiglie. Da parte di ognuno di noi.

Rino Gennari

24 dicembre 2015

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