Verde pubblico e privato

Trattare gli alberi con scienza e coscienza

Potatura - Viale della Stazione

L’incontro è iniziato con il ricordo del fatto che, immediatamente dopo la liberazione, il primo atto degli amministratori nominati dal CNL, al cospetto di una città distrutta, fu quello di rifare il viale della stazione, ponendo a dimora quattro fila di tigli. Con quell’opera, connotata ad una scelta di bellezza, si volle creare un elemento fortemente identitario per la città e per i cittadini.

E così fu. I castellani si identificarono con il loro viale. L’idea fu replicata. Sorsero tanti viali e diversi parchi. I cittadini si sentirono spronati e anch’essi nel terreno attorno alle loro case misero a dimora, alberi, arbusti, siepi e orticelli. Fu così che Castel Bolognese, nei decenni è diventata la città dei viali e del verde.

Fino ad arrivare ai giorni nostri e alla constatazione di un appannamento di questo atteggiamento lungimirante e virtuoso. Insomma, un numero sempre maggiore di persone percepiscono gli alberi come un fastidio. Per tante ragioni, ma senza comprendere che gli alberi sono fondamentali per il nostro benessere fisico e perché ci restituiscono una città bella nella quale vivere.

Sviluppo della pianta dopo la potatura

In ragione di questo atteggiamento, l’azione dei cittadini che chiedono di riflettere, discutere e adottare misure per tutelare questo grande patrimonio, sono da considerarsi, non un fastidio e un qualcosa di cui schernirsi, bensì un grande atto d’amore per la città. Un’iniziativa non contro qualcuno, ma per il benessere e la felicità di tutti.

Hanno fatto molto bene, Alessia e Cristina a nome del comitato Paesaggio e Ambiente, ad aprire la serata con questo spirito costruttivo e lungimirante.

Dopo una panoramica sulla realtà cittadina, la dottoressa Stefania Gasperini, specializzata nella gestione del verde pubblico e privato, ha fatto la sua prolusione, apparsa come una vera e propria lezione di botanica. In modo semplice ci ha spiegato quanto gli alberi siano utili, contro l’inquinamento dell’aria, per fornire refrigerio di fronte al grande caldo, per combattere l’incombente pericolo della desertificazione.

Gli alberi ornamentali sono utili, forti, ma allo stesso tempo fragili. Vanno quindi trattati con sapienza. Per trattarli, occorre conoscerli, capirli e agire nei loro confronti con scienza e coscienza. Per questo occorre un quadro di regole condivise e praticate che possono essere comprese in appositi regolamenti normativi, corroborati da manuali divulgativi.

Ha concluso perorando la causa della biodiversità come sviluppo positivo dell’autoctonomismo sostenuto in questi anni e l’idea degli sceriffi ecologici a presidio delle nostre città.

La Mondina - Scultura di Angelo Biancini

Una lezione che sarebbe stata molto utile a quanti sono chiamati per dovere ogni giorno ad occuparsi di queste problematiche.

A coronamento della serata ci sono state domande e considerazioni. Si è poi sviluppato un breve dibattito con al centro la vicenda del taglio sconsiderato delle piante nel fiume, a Tebano, da cui è scaturita l’esigenza di fare chiarezza sulle competenze e i ruoli di ogni attore in scena. Questo nella previsione dei futuri interventi preannunciati dall’Autorità di Bacino.

La presenza dell’Amministrazione comunale, che occorre ringraziare per la concessione del patrocinio all’iniziativa, è stata di tipo formale, mentre, forse, sarebbe stato gradito conoscere almeno le linee orientative del regolamento del verde per la cui redazione si è impegnata. Il pubblico presente, ha dimostrato interesse per l’argomento trattato e di avere gradito la serata. Chi si aspettava una maggiore affluenza, deve a mio avviso considerare la quasi assenza e la conseguente disaffezione, protrattasi per lungo tempo, nella trattazione delle tematiche ambientali a Castel Bolognese.

Concludo con un’annotazione circa la potatura dei tigli del Viale della Stazione. Dopo avere ascoltato la lezione della dottoressa, mi sorge il dubbio che la modalità di potatura adottata, molto invasiva, non sia stata valutata con l’ausilio delle opportune conoscenze tecnico-scientifiche. Ma sarei felice di poter essere confutato. Resta il dubbio che quei denari, potessero essere stati meglio spesi in leggere potature, traguardate alla sicurezza, degli alberi dei nostri parchi scolastici e pubblici, e in altri siti arborei assai trascurati.

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