Il Tramazzo, dove la nebbia smarrisce i cani
Camminare nelle vallate dell’Appennino romagnolo è sempre bello. Ieri con gli amici cotignolesi di Primola, abbiamo vagato avvolti in una fitta, piovigginosa nebbia lungo i sentieri della valle del Tramazzo. Da Lago di Ponte, al valico del Tramazzo, alla Fonte del Bepi, poi un pò indietro e giù per il 561 segnato Cai.
Certo, bisognava saper cogliere il fascino della nebbia; ovvero, essere ottimisti e vedere il bicchiere mezzo pieno della vita. Essere capaci di farsi piacere le condizioni date. La compagnia di ieri era animata da questo spirito, quindi la giornata è stata piacevole. A tratti divertente.
I colori dell’autunno erano sfuocati, ma Angelo, con le sue dotte conoscenze botaniche, ce li ha valorizzati. Abbiamo incontrato cani, con il satellitare al collo vagare nella nebbia alla cerca del padrone e padroni, vagare nella nebbia alla ricerca dei propri cani. Ci siamo cimentati nella prova del fuoco. Diversi erano scettici, ma Baldo, l’uomo della paglia, è riuscito ad accendere un bel focherello che ci ha permesso di arrostire salsiccie… e di scaldarci.
La ripida discesa, a cavallo dei rivoli del Tramazzo, ha messo alla prova le doti di equilibrio di tutti. Prudenza e solidarietà ci hanno permesso di atterrare senza problemi. Oddio, qualche inciampo, qualche culata, qualche scivolata ad imitare il bob sul ghiaccio, ma nulla che abbia potuto interrompere la discussione sui colori delle foglie e sull’esistenza terrena ed ultra terrena.
L’escursione è finita dentro un bar di Tredozio, davanti ad un calice di vino. Con la promessa di ripartire.