Politica

Bossi

Ho appena scorso le home page dei quotidiani nazionali che riportano la sintesi dell’intervento di Bossi alla manifestazione della Lega a Venezia. Parlano di un Bossi duro, che riparla di secessione, di paese non più democratico. Insomma, propongono un normale resoconto. Il caso ha voluto che abbia ascoltato il discorso di Bossi su Rai news in diretta e debbo dire di non avere ricavato l’impressione di una situazione normale.

Ho visto un uomo stanco, in difficoltà. Per la sua condizione di persona diversamente abile, ma anche perché credo non sappia più che pesci pigliare. Mezze frasi, lunghe pause, interruzioni, battute. A me è parso non un discorso, ma un vaniloquio.

Ha parlato di prezzi che i cittadini del nord hanno pagato, omettendo di dire che lui governa questo paese da decenni. Ha detto di un paese dove manca la democrazia, quando la Lega, credo, da più di dieci anni non fa un congresso e mentre si prepara a passare il testimone del comando per via dinastica.

Ha esclamato di avere salvato le pensioni della vecchietta sorpresa a rubare per necessità la bistecca al supermercato. Quando invece ha consentito (al momento) ad alcune decine di migliaia di lavoratori di potere accedere alla futura pensione nei tempi stabiliti, senza ulteriori tagli. Mentre le vecchiette pensionate piangeranno veramente quando verranno loro tagliate le pensioni assistenziali (reversibilità, accompagnamento, invalidità), con il consenso della Lega, già accordato da Calderoni.

Ha fatto battute contro l’Europa, quando i suoi paesi sono chiamati a salvarci. Ha ribadito l’idea (rozza e pericolosa) del nord che si salva se si divide dal centro e dal sud. Ha evocato la paura che può derivare da milioni di persone con lo spadone in mano che aspettano il via per conquistare la libertà.

Io mi chiedo che credito possano avere quella somma di parole profferite e come possano essere ancora presentate come una ipotesi politica seria e credibile.

PS – Subito dopo Bossi ho ascoltato battute di un comizio di Antonio Di Pietro, un’arringa da parte di Angelino Alfano e l’intervista dell’Annunziata ad un imprenditore milanese sul caso Penati. E mi sono chiesto quando i cittadini avranno il coraggio di imporre un vero rinnovamento della classe dirigente del nostro paese. E se non ora, quando?

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