Ravenna e la qualità della vita
Benessere economico e disagio sociale. Ho ricevuto un lavoro di Rino Gennari, una persona attenta all’evoluzione economica e sociale della nostra provincia, che analizza i dati di un rapporto sulla qualità della vita nelle provincie d’Italia e sviluppa alcune considerazioni. Gennari analizza il rapporto de “Il Sole-24 ore”, elaborato dal suo Centro studi Sintesi, pubblicato recentemente (ndr).
“Il rapporto de “Il Sole-24 ore” … Concentro l’attenzione sulla situazione della nostra provincia. Nella classifica generale, rispetto l’anno precedente, Ravenna passa dall’11° al 12° posto, ma la distanza in percentuale dalla prima in classifica diminuisce, passando da meno 9,7% a meno 8,11%. Inoltre, aumenta il proprio punteggio rispetto alla media nazionale di circa il 2,6%. Si registra quindi un leggero miglioramento relativo. Pertanto, la nostra provincia resta nelle posizioni alte della classifica, confermandosi come una delle province dove si vive meglio.
Sono stati comunque fuori luogo e incauti gli entusiasmi di alcuni esponenti politici e istituzionali della parte politica alla quale appartengo (il centro sinistra), pubblicate su giornali locali nel mese di settembre 2009, basate su dati resi noti da “Il Sole-24 ore” del 21 settembre, elaborati dal suo Centro studi Sintesi, i quali collocavano la nostra provincia nella seconda posizione, dopo Forlì-Cesena. Per dare una parvenza di serietà alla documentazione presentata, sono stati tirati in ballo i criteri proposti dalla Commissione francese guidata da Stiglitz, voluta da Sarkozy, senza tenere conto che lo stesso giornale, nel presentare l’elaborazione, l’ha descritta come “Una sorta di gioco senza pretesa di rigore scientifico.” E sbagliano di nuovo i “nostri”, quando attribuiscono, con recenti dichiarazioni, ad una fantomatica Commissione europea, quel lavoro pubblicato in settembre che, come abbiamo visto, è di altri, e anche quando continuano a considerare affidabile quella classifica. Stupisce che anche la Camera di Commercio di Ravenna, in una sua rivista di dicembre, si sia fatta incantare da un lavoro frutto di “un gioco senza pretesa di rigore scientifico”. Poi si sono aggiunti in queste settimane alcuni organi di stampa locali, i quali hanno rilanciato quella classifica del settembre scorso, servendo ai loro lettori una minestra riscaldata, la quale non era buona neanche appena cotta.
Ora il rapporto annuale del quale oggi scrivo, che è stato redatto con rigore scientifico, ha rimesso le cose a posto. Preciso che il lavoro presentato da “Il Sole-24 ore”, che è per ora l’ultimo di una serie di Rapporti elaborati dal suo Centro studi Sintesi sulla qualità della vita che ha preso l’avvio dal 1990, può essere criticabile in alcuni suoi punti ma, secondo il mio parere, è il migliore prodotto in Italia. A questo punto, dopo avere visto la posizione della nostra provincia considerata in termini complessivi, è opportuno individuare alcuni dei suoi punti deboli evidenziati dalle classifiche relative ai singoli parametri.
Per i costi delle abitazioni, Ravenna continua a navigare nell’area più negativa della classifica, al sessantaquattresimo posto su centosette province, con un lieve peggioramento rispetto l’anno precedente.
Nella graduatoria relativa alle presenza di infrastrutture, manteniamo il ventiquattresimo posto. Quindi restiamo nella parte alta della classifica. Però si deve considerare che l’indice di questo parametro risulta dalla valutazione, da una parte, di alcune eccellenze, e dall’altra, di limiti gravi, per cui si devono purtroppo registrare nella realtà la permanenza di strozzature, peraltro note da tempo e per il cui superamento si sta lavorando.
Il rapporto tra le imprese che aprono e quelle che chiudono, è peggiorato rispetto all’anno precedente, nel quale si è registrato un sostanziale equilibrio, in linea con la media nazionale. Invece nel presente rapporto, risulta più alto il numero delle chiusure rispetto alle aperture, e il dato è peggiore rispetto alla media nazionale.
Il numero di laureati su mille giovani, si mantiene costante nel tempo, mentre dovrebbe crescere, essendo basso. Inoltre, visto che il molte altre province c’è una crescita, Ravenna negli ultimi anni è scivolata nella parte bassa della classifica.
Il parametro della sicurezza nelle strade nell’ultimo rapporto non c’è e non si capisce perché, essendo importante. Nei rapporti precedenti nei quali questo parametro è stato utilizzato, risulta che la situazione nel ravennate è molto grave. Ravenna, nel 2007, è al novantacinquesimo posto, con 585 incidenti ogni centomila abitanti. Il dato nazionale in quell’anno è di 362.
I decessi per tumore nel ravennate raggiungono cifre molto alte. Nel 2006, circa un terzo del totale. Siamo al novantaquattresimo posto. Per un giudizio più corretto su questa situazione, sarebbe necessario, almeno, confrontarlo col dato della durata media della vita.
Infine, siamo al novantaseiesimo posto nella classifica del rapporto giovani-anziani (persone dai 15 ai 29 anni rispetto a quelle con più di sessantacinque anni): abbiamo circa 54 giovani ogni 100 anziani. Questo dato però, può essere collocato tra quelli negativi con qualche difficoltà. Anche in questo caso bisognerebbe valutare i rapidi progressi nella durata media della vita. Comunque, è noto che la natalità per molti anni è stata troppo bassa. Però Ravenna, nel 2008, ha un indice di natalità che la colloca al secondo posto, dopo Olbia-Tempio.
Resta da dire che dal Rapporto che riguarderà il 2009, per le parti sulle quali inciderà di più la grave crisi finanziaria ed economica in atto, probabilmente ci si possono attendere spostamenti più significativi nella collocazione in classifica generale di numerose province. E’ ovvio che questo tipo di indagini e relativi rapporti, particolarmente in una situazione di grave crisi e di profondi sconvolgimenti oggi in atto, non eliminano la necessità di un monitoraggio praticamente quotidiano della situazione”(Rino Gennari)