Castel Bolognese

L’ingorgo

Castel Bolognese - Via Giovanni 23°
Castel Bolognese – Via Giovanni 23°

Sabato, quando sono partito in auto, verso piazza, di fronte le scuole medie (di Castel Bolognese) ho notato un insolito assembramento. Pareva un incidente. Poi ho capito che era l’orario dell’uscita dei ragazzi da scuola. L’ingorgo era dovuto al fatto che molte auto facevano ressa proprio davanti ai cancelli della scuola per risparmiare a qualche ragazzo cento metri di strada a piedi. Potenti auto ferme sulle aiuole, altre in attesa in doppia fila, altre ancora in sosta sugli incroci. Questo, in una tiepida giornata autunnale senza pioggia.

Di fronte a questa assurdità ho pensato a due cose. Come mai le autorità preposte hanno pensato di liberalizzare il traffico veicolare davanti alle scuole medie in orario di uscita dei ragazzi? La logica, il buon senso e la sicurezza vorrebbero che il traffico fosse tenuto distante. All’uscita della scuola i ragazzi hanno le ultime cose da dirsi, discutono fra di loro, hanno il diritto di farlo dopo cinque ore di lezione. Allora perchè non rispettare questa loro elementare esigenza, assieme al diritto alla sicurezza per tutti?

Il secondo pensiero è stato per le regole violate. Essere con l’auto, invasivi, per certi versi rappresenta un segnale di disprezzo verso tutti gli altri, sopratutto verso coloro che le regole sulla strada, sostanzialmente le rispettano. Bisognerebbe riflettere su questo aspetto, a maggior ragione in questi giorni che abbiamo pianto una concittadina uccisa da un’auto che non ha rispettato le regole. Il disprezzo delle regole sulla strada, l’arroganza che spesso molti utenti manifestano e il sostanziale senso di impunità, sono il brodo di cultura che alleva le tragedie come quella di sabato sera a Castel Bolognese. Se quel tipo avesse rispettato la velocità dei 40 chilometri orari, come d’obbligo, la signora sarebbe tranquillamente passata. Gli mancavano due passi alla vita.

Ecco quindi come il punto principale non siano le telecamere, che pure ci vogliono, ma la promozione della cultura del senso civico delle persone, accompagnato da una maggiore presenza sulla strada da parte degli operatori della sicurezza – a partire dalle fascie orarie di maggior traffico – e da una adeguata severità nei confronti dei comportamenti più pericolosi.

Ecco quindi una prima riflessione da compiere sulla tragedia di sabato scorso. Altro che pensare solo alle telecamere, che pure ci vogliono. Il problema è, prevenire le tragedie con scelte politiche oculate e ferme. Dobbiamo affrontare prima di tutto, il tema culturale dell’educazione, della tolleranza e del rispetto delle regole sulla strada. In secondo luogo occorre una vigilanza vera; bisogna fare in modo che agli agenti di tutti i corpi si crei la condizione per essere maggiormente presenti sulle strade nelle ventiquattro ore. In terzo luogo occorre maggiore severità, commisurata però ai reali comportamenti. Bisogna debellare il senso di impunità che troppi utenti della strada hanno e questo potrà avvenire solo grazie alla (severa) presenza delle forze dell’ordine sulla strada.

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