Gorino, siamo nel delta del Po, dalla parte emiliana. Un luogo ameno per chi viaggia in camper. Ampi spazi, il paesaggio caratteristico del delta vallivo, un’accogliente area camper, gestita da volontari del luogo, con tutti i servizi che servono. Costa 15 € al giorno, 20 con la luce.
Da un lato la sacca di Goro, dall’altra la sacca di Scardovari, in mezzo il Po di Goro che segna il confine col Veneto. Fino a pochi anni fa sembrava questo un territorio baciato dalla fortuna. Una zona in passato economicamente povera, aveva trovato il modo di riscattarsi e crescere grazie all’allevamento dei mitili: cozze, vongole, ostriche.
Ricordo la frenesia dei lavori nel piccolo porto, invaso fino all’inverosimile da centinaia di barche. E l’andirivieni continuo di camion e camioncini accompagnato dal vociare delle tante persone, come in moto perpetuo. Il tenore di vita delle persone era testimoniato anche dalle tante ville – tinte di colori vivaci, forse per via della nebbia invernale – sorte a lato delle vecchie casupole.
Oggi non è più così. Gorino appare come un paese morto, il porto è fermo, le barche attraccate e silenziose. Qualcosa di spettrale che ha un nome: granchio blu. Subito non ci avevo pensato, poi una signora del posto me lo ha ricordato. Il vorace crostaceo si è abbattuto nel Delta – ma non solo – come una dannata tempesta. Non trovando qui antagonisti naturali, ha proliferato in modo spaventoso ed ha oramai distrutto ogni forma di vita acquatica, a partire dalle cozze e dalle vongole.
Non sto a dire altro. Potete immaginare. Se volete approfondire leggete qui Cos’è il granchio blu che sta invadendo l’Italia.
Adesso – almeno per quel che abbiamo visto noi – si può dire che l’economia del Delta viaggi in camper e in bicicletta. Decine di camper, centinaia di biciclette… e ristoranti pieni. Questo è il risultato di scelte degli anni passati che hanno puntato a valorizzare il turismo lento. Ciò che a tanti altri amministratori pare uno scherzo, da queste parti, in una situazione di crisi del settore portante, stanno aiutando in maniera considerevole a sostenere l’economia.
E’ vero che il paesaggio si presta, che il traffico è limitato, che tanti stradelli che ora fungono da vie ciclabili, sono legate ad altre funzioni. Ma è anche vero che qui ci hanno creduto, prima col Parco, poi con una fitta rete di ciclovie, appena hanno compreso che potevano portare ricchezza. A differenza da noi in Romagna, dove non siamo ancora riusciti a sfruttare le ciclovie naturali rappresentate dagli argini dei nostri fiumi.
Foto: Gorino e Sacca di Scardovari.