Piante e uccelli che ci parlano
Al tempo della quarantena misi due piante di zucchine in una aiuola di arbusti da fiore nel cortile. E un cetriolo lungo la siepe. Mentre il cetriolo ha già prodotto tre ottimi frutti – avendo forse trovato un’ottimo rapporto sole/ombra – le zucchine invece si sono sviate. Portamento eretto, belle foglie ben nutrite, una rigogliosa fioritura, ma poche zucchine e molto piccole. Vista la collocazione non usuale avrà prevalso in loro l’orgoglio e avranno pensato di competere nella fioritura, non dimenticando il loro scopo fondamentale di auto riprodursi, ma non facendo di questo l’obbiettivo immediato.
Ne parlo sorridendo, ma se penso ai libri di Stefano Mancuso letti durante la clausura ne deduco che il comportamento delle mie zucchine non è altro che l’azione dei loro sensi e della loro intelligenza. Una ragione in più per riflettere sulle piante che, come ci ricorda Mancuso, abitano il 97% del pianeta terra e dalle quali dipende la nostra esistenza. Col loro portamento quelle zucchine sembrano volerci dire si stare più accorti, maggiormente al nostro posto, e forse anche altro.
Il cetriolo, che mostra anch’esso buona vita essendosi ambientato in modo ammirevole a contatto con tante altre piante, oggi è stato visitato da una vorace cavalletta. Bella grande, con due enormi occhi, stava pasteggiando con una foglia, mentre il cetriolo cercava di circoscriverla indirizzandogli contro il ricciolino con cui cerca sostegno. Ho fatto volare via la cavalletta, sperando che la sua presenza non sia il segno di un futuro sempre più gramo.
Ultima osservazione. Durante la permanenza in casa i merli misero su famiglia. Al momento di involarsi, passando sotto un albero un neonato mi cadde in testa. Lo raccolsi e lo portai nel cortile, sotto la siepe, ma con poche speranze di tornarlo a vedere. Invece nei giorni successivi notammo che i genitori continuavano a nutrirlo, a terra. Poi lo vedemmo spiccare qualche voletto. Una mattina lo scoprimmo a terra con un’ala malmessa, con delle penne fuori posto. Spiccava però qualche piccolo volo. Abbiamo pensato di avere conosciuto una merla portatrice di handicap.
Oggi l’abbiamo rivista nel cortile e abbiamo notato che sta facendo il nido. Però con uno spirito diverso dai suoi simili. Essa, con la sua aletta anomala, è molto più indaffarata, riempie maggiormente il becco di pagliuzze, contemporaneamente canta per richiamare l’attenzione, si mostra iper attiva. Quasi che il suo handicap gli trasmetta maggiore forza. La volontà di non arrendersi mai alle difficoltà della vita. Un bel messaggio di speranza che arriva anche alla nostra mente.
Piante e animali che chiedono rispetto e che ci indicano la strada giusta della convivenza.