La Grecia classica

Grecia/1, le Meteore

Le Meteore
Le Meteore

Desideravamo da tempo visitare la Grecia continentale. Noi, viaggiatori in camper, abbiamo scelto un viaggio organizzato (pullman e traghetto), pensando così di ottimizzare il poco tempo a disposizione. Di ritorno ci piace descrivere una esperienza positiva. Con qualche limite.

Come metodo descrittivo, ci limiteremo prevalentemente e offrire notizie e ad esprimere punti di vista e commenti. Non cercheremo approfondimenti su cose di cui non abbiamo conoscenza e competenza sufficiente. Per questo linkeremo alcuni termini per poi consentire ad ogni lettore di approfondire, se lo riterrà opportuno. Come sempre, ci supporteremo con diverse fotografie, ritenendo che spesso “parlino” di più che tanti vocaboli.

Alcune notizie di base sono che: la Grecia conta 11 milioni di abitanti, 4 dei quali solo ad Atene; il 95% degli abitanti è di religione ortodossa; pur essendo stata in origine una grande potenza, è stata dominata da altri popoli fino al XVIII secolo; mantiene viva una questione di confini, ritenendo la Macedonia (ex Yugoslavia) parte di se stessa; annovera fra le sue difficoltà quella di essere uno Stato di confine e di transito, condizione che probabilmente forgia un certo indolente fatalismo che pare di potere scorgere qua e là.

Ci hanno spinto in Grecia i desideri di respirare l’aria della cultura filosofica greco-romana – culla della civiltà occidentale e della democrazia – e la curiosità di vedere come quel popolo sta reagendo alla crisi economica che lo attanaglia. E certamente anche le opere che hanno sostanziato la mitologia greca. Il limite del nostro viaggio è che siamo capitati nelle mani di una guida che ci ha parlato prevalentemente del “mito”, certamente affascinante e importante per l’influenza esercitata sulla civiltà nata in quel crogiolo, ma pur sempre una favola. E ci ha parlato pochissimo della realtà odierna, delle cause che l’hanno determinata e di come loro pensano di uscirne. Se non esprimere un tenue sentimento di fatalismo e di docile sottomissione.

Imbarcati nel porto di Ancona, su una nave dell’Anek Lines, siamo scesi a Igoumenitsa, dopo 16 ore di navigazione. La prima sorpresa è stata quella di trovarci in un porto deserto: nè navi, nè merci, nè traffico.

Per arrivare alle Meteore, prima destinazione in programma, abbiamo attraversato la zona montuosa del Pindo. Prima in autostrada – costruita per le Olimpiadi – poi per strade molto tortuose. La zona è montuosa, interamente boscata e verde, presso che disabitata, con ampie valli coltivate in modo estensivo (foraggio, grano…). La prima sosta ci fornisce una idea di arretratezza economica, che però può legarsi al fatto che la regione è poco abitata. Un piccolo agglomerato di casette con una pompa di benzina, qualche genere alimentare e nulla più. Incontriamo qui anche il primo dei tanti cani randagi che abbiamo visto e questo può essere un segnale.

Le Meteore – siamo in Tessaglia – sono diverse serie di pinnacoli, con le pareti strapiombanti, sopra diversi dei quali monaci e suore ortodosse hanno a suo tempo costruito dei Monasteri. Queste rocce, scure e così particolari, ci parlano per quella zona di un passato glaciale e di acqua che, ritiratasi, ha lasciato sul campo le sedimentazioni più resistenti.

Abbiamo visitato due dei sei monasteri ancora aperti: il Grande Meteuro (3 euro) e quello di Santo Stefano (3 euro). Sono evidenti i segni della storia monastica dei suoi abitanti. La storia parla della salita ai monasteri per mezzo di serie ardite di scale di legno, oppure, per i meno coraggiosi, dentro una rete appesa ad una corda tirata da verricelli. Quindi di una preparazione anche nei fatti, verso l’ascetismo cui si erano votati.

A fianco delle Meteore sorge la città di Kalambaka, dove abbiamo pernottato in albergo. La struttura sorge in campagna e si presenta avulsa dal territorio. Lungo il percorso abbiamo visitato un pregiato laboratorio artigianale di icone.

La sera abbiamo fatto conoscenza per la seconda volta con la cucina greca. Siccome il modello è stato anche in seguito pressoché uguale, possiamo dire che come indirizzo consta in un piatto di entrata costituito generalmente da un fagottino di pasta sfoglia imbottito con formaggi e/o verdure aromatizzati; poi un piatto di insalata di verdure miste condite con feta e salse varie; a seguire il piatto centrale di carne o pesce – al forno o grigliati – guarnito di verdure o riso. Per finire con dolce o frutta. Secondo i nostri canoni, si tratta di una cucina abbastanza buona, nella quale spiccano loro prodotti basilari come: carne, pesce, verdure, yogurt, formaggio, miele, olio, mandorle. Gradevoli il vino e la birra.

 

 

 

 

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