Ricordata l’uccisione di Adriano Salvini
Sono rimasto sorpreso dal fatto che la stampa locale non abbia dato notizia dei contenuti del convegno di sabato a Faenza, promosso per ricordare la morte di Adriano Salvini, avvenuta quaranta anni fa per mano fascista.
La sala dei Cento Pacifici del teatro Masini era colma di persone che hanno sentito il bisogno di celebrare l’evento nel corso del quale, un giovane aderente all’estrema destra, uccise a calci e pugni un bracciante. Il colpevole fu preso e condannato a 16 anni di carcere.
L’episodio accadde nel contesto di un clima pesante del paese caratterizzato da violente manifestazioni da parte dell’estremismo fascista, capace di arrivare a tenere in scacco città intere. Molti di voi ricorderanno Reggio Calabria in mano ai “boia chi molla”, la grande manifestazione dei metalmeccanici giunti da ogni parte d’Italia e il discorso di Bruno Trentin, che sancirono, in quella fase, il progressivo affievolimento dei fenomeni eversivi di destra.
In quel periodo anche la città di Faenza fu teatro di violenze da parte di estremisti neo fascisti, culminate con l’uccisione di Adriano Salvini da parte di uno di loro.
La rievocazione storica di quel periodo avvenuta sabato mattina, ha avuto il merito di procrastinare la memoria di quegli eventi e di sollecitare il mantenimento di un’adeguata vigilanza rispetto ad un clima e ad episodi che potrebbero tornare di attualità.
E’ stata particolarmente significativa la presenza del Sindaco di Faenza che ha aperto i lavori della giornata, ricordando il ruolo e l’impegno delle istituzioni di allora. A mio parere però ha lievemente ecceduto nell’equilibrismo dell’equa distanza.
Da annotare come l’iniziativa sia stata “disturbata” dalla presenza abbastanza provocatoria, dato l’argomento di cui si discuteva, di un gruppo di militanti di Forza Nuova che hanno fatto bella mostra del loro merchandising e hanno distribuito un foglio.
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