Dunque, dove eravamo rimasti?
Si torna a parlare di prostituzione a Castel Bolognese. Dopo gli spiacevoli episodi al cimitero della Pace, ora si parla delle prostitute ormai giunte a lavorare sotto i portici. Purtroppo siamo in tono con il degrado che questi luoghi hanno assunto, particolarmente la notte.
Bisognerebbe reagire con forza, soprattutto i cittadini dovrebbero farlo. Certo non per farsi giustizia in proprio, bensì per svolgere una forte azione di sensibilizzazione e di spinta verso chi deve intervenire.
Pare invece prevalga la rassegnazione. Forse i cittadini, oberati dalla difficile quotidianità, tendono a chiudersi nelle loro case e nel conforto che l’ambiente familiare può dare; oppure sono stanchi del muro di gomma rappresentato da autorità, talvolta sorde alle sollecitazioni tante volte ricevute.
Certo il tema della prostituzione è molto complesso e difficile da affrontare. Siamo certamente anche in carenza di leggi adeguate. Pur tuttavia qualcosa si può fare. L’azione principale consiste nel disturbo che si può arrecare a quella attività con una estesa e prolungata opera di vigilanza da parte delle forze dell’ordine. Affiancando queste con misure adeguate di rispetto delle norme in vigore.
Ricordo le decine e decine di riunioni a cui ho partecipato nel corso della passata legislatura, quando mi occupavo di quel tema come assessore delegato, le discussioni e le misure concordate e in buona parte attuate con le forze dell’ordine. Ricordo che come amministrazione comunale, ponemmo in campo i Vigili Urbani ed il Gruppo dei Volontari per la sicurezza. Ricordo le tante pattuglie serali fino a tarda ora con due macchine: una dei Vigili e quella dei Volontari, appositamente messa a loro disposizione a seguito, se non erro, di un contributo regionale finalizzato a quello scopo.
Ricordo che quasi a fine legislatura (nel 2008), come amministrazione comunale, ci impegnammo nel corso di appositi incontri con le forze dell’ordine in Prefettura, ad istallare lungo la tratta castellana della via Emilia, il divieto di fermata per gli automezzi. Come da tempi immemorabili già in funzione nei comuni di Imola e di Faenza. Ci impegnammo poi ad adeguare l’ordinanza comunale antiprostituzione (sapete che esiste, vero?) per renderla più cogente agli scopi, possibilmente in accordo con gli altri comuni. Già allora ne detti notizia nel blog in un articolo dal titolo: L’impegno per la sicurezza.
Non so che fine abbiano fatto questi due impegni e quali siano stati gli impegni adottati negli anni successivi dall’Amministrazione entrante. Non so cosa si stia facendo oggi per contenere quel fenomeno. Se sarò informato, certamente ve ne renderò edotti.
Constato solo, perché ogni giorno vi transito, che i segnali per il divieto di fermata non sono stati ancora istallati. In ultima analisi, deduco che la prossima Amministrazione comunale avrà tanto da fare su questo tema, così presente nella sensibilità dei cittadini.