Monte Sant’Angelo
Un amico ci aveva parlato di Monte Sant’Angelo (796 m. slm) come di una località da non perdere. Si erge sopra un contrafforte che domina la piana di Mattinata e Manfredonia. Giungendovi da San Giovanni Rotondo, si attraversa un territorio, dal punto di vista paesaggistico, certamente suggestivo, ma molto arido, con piccoli appezzamenti di terreno resi coltivabili solo per mezzo del durissimo lavoro dei contadini.
Chi arriva a Monte Sant’Angelo col camper, può fermarsi e sostare anche la notte, nell’ampio parcheggio custodito che incontra a ridosso delle mura del castello (15 euro con possibilità di rifornirsi di acqua).
La città antica è molto bella; di impianto medievale, murata, sormontata dal castello. La caratteristica architettonica delle antiche vestigia di questa città è data dal miscuglio di diversi stili che scandiscono una storia fatta di dominazioni da parte di tanti popoli con diverse culture.
La tradizione vuole che l’arcangelo Michele abbia sostato in una grotta in cima al monte. A suo tempo, il dominatore normanno, molto devoto a San Michele, fece santificare la grotta. Da quel momento il luogo fu visitato da un numero sempre crescente di fedeli. Nel XIII secolo, Carlo d’Angiò costruì la Basilica di San Michele Arcangelo, oggi monumento Unesco. La sua caratteristica è quella di essere stata strutturata su diversi piani della grotta. Insomma, qualcosa di veramente originale che merita di essere conosciuto e visto. Si può dire che quella Basilica e le decine di chiese costruite successivamente nei secoli abbiano fatto la fortuna della città, diventata per quella ragione un centro nazionale del turismo religioso, favorita anche dalla vicinanza con San Giovanni Rotondo e dall’esperienza di Padre Pio, anch’esso devoto all’arcangelo Michele.
Quello che però rende speciale questo borgo sono i suoi due antichi rioni: lo Iunno e il Grotte. Casette a schiera, divise da stretti vicoli, da brevi scalinate e da minuscole piazzette. Tutte intonacate di malta e dipinte di bianco. Poi gli innumerevoli camini, uno diverso dall’altro, quasi a voler testimoniare una competizione, oppure un segno di distinzione, fra coloro che li hanno costruiti. Davvero bello. Camminando fra le viuzze si ha quasi l’impressione di essere in una casbah. I quartieri per fortuna sono ancora abitati, quasi però prevalentemente da persone anziane. Questo lascia supporre che purtroppo la loro sorte sia segnata. Sarebbe un vero peccato.
A Monte Sant’Angelo abbiamo iniziato i primi assaggi dei prodotti pugliesi tradizionali a cominciare dal tipico buon pane e dalle orecchiette. Gustose le ostie ripiene – due dischetti che stringono mandorle caramellate – e molto buono il caciocavallo podolico.