Elezioni, tante novità su cui riflettere
Le elezioni di ieri ci svelano un nuova Italia. Un’Italia che ha deciso di cambiare anche se si dimostra ancora incerta circa il porto verso cui approdare.
Il primo fatto è la liquefazione del Partito di Berlusconi e la sonora sconfitta di quello di Bossi. Siccome uno sostiene Monti e l’altro vi si oppone ferocemente, il significato è che i cittadini hanno voluto punire il loro governo del passato, quello che ha portato l’Italia sull’orlo del baratro. E’ facile prevedere la scomparsa del Pdl come sigla, anche se non si capisce verso quale sbocco. Speriamo che da quelle parti trovino la forza di relegare politicamente e definitivamente ai margini Berlusconi e l’essenza della sua nefasta politica.
Il Movimento 5 Stelle ha riscosso un grande successo. Tutti “qualunquisti” come il loro capo, o colpa del destino cinico? Ho cercato nella rete i loro programmi, mi riferisco ai candidati di Genova, Verona, Parma e non li ho trovati. Da loro interviste e da notizie di stampa però si apprende che non parlano affatto la lingua del qualunquismo. Parlano di riduzione degli sprechi, di piste ciclabili, di decrescita felice, di lotta alla cementificazione, di recupero delle aree degradate; mostrano una particolare attenzione ai temi dell’ambiente e della cultura. Tutti temi dei quali vorrei fossero intrisi i programmi dei candidati del Partito Democratico, partito nel quale milito.
Fallisce il Terzo Polo e questo forse significa che l’elettorato propende per mantenere al paese un assetto istituzionale fondamentalmente bipolare con un sistema elettorale tendenzialmente maggioritario. Fa parte di questa sconfitta anche quella parte della Chiesa che si ostina a non aprirsi alle domande di cambiamento, anche civile ed etico, che avanza nella società italiana.
Il Partito Democratico è andato bene, ma non ha sfondato. Soprattutto non ha dato l’idea di avere ancora idee sufficientemente chiare e una strada ben delineate, tale da fornire piena fiducia e sicurezza. Il Partito Democratico, grazie anche alla scelta delle primarie, dimostra di essere il partito italiano più moderno ed attrezzato, il partito più autorevole a candidarsi alla guida del cambiamento. E’ giunta però l’ora di parlare di programmi innovativi, di sfida al capitalismo finanziario opprimente, di ancorarsi alla ricerca di nuovi stili di vita e di benessere non più basati sulla quantità (denaro, beni di consumo materiali), quanto sulla qualità (ambiente, cultura, servizi, partecipazione, merito, competenza, beni immateriali). E su questo costruire un saldo sistema di alleanze, a partire da quelle naturali.