Una difficile Unione di comuni diversi
Oltre il settanta per cento di cittadini, dicono di essere poco o per nulla informati sul tema dell’Unione dei comuni del faentino. Questo è il risultato di un piccolo sondaggio promosso fra i lettori del sito. Al momento le persone che hanno risposto, come potete vedere dalla tabella del quesito, sono trentuno. Si può disquisire circa la ristrettezza del numero e la mancanza di valore scientifico dell’iniziativa. Posso obbiettare che non conosco altri dati in proposito, ma nella sostanza la disquisizione è fondata. Nessuna pretesa quindi di affidare a questi numeri un valore particolarmente significativo. Credo però si possa ragionevolmente dire che segnalano una tendenza. E la tendenza che si manifesta è quella della scarsa informazione circa la scelta effettuata dalle nostre amministrazioni comunali; una scelta che può cambiare sensibilmente taluni aspetti della vita dei cittadini. Se poi immaginiamo il ceto sociale dei lettori del sito che hanno partecipato al sondaggio, possiamo ritenere che un’indagine realizzata su basi scientifiche, darebbe risultati ancora peggiori.
Penso che quando saranno adeguatamente informati, i cittadini, manifesteranno qualche fondata preoccupazione. Si interrogheranno sul significato del loro voto alle elezioni comuali. Se la titolarità delle scelte comunali è ancora direttamente nelle mani del sindaco e del Consiglio Comunale. Si porranno il problema identitario dell’appartenenza ad una comunità che fino ad oggi hanno sentito loro. Potranno temere un processo di lenta, ma costante, omologazione.
La scelta di unire funzioni e servizi per economizzare e per garantire standard omogenei per tutti, così come quella di agire sulle leve della pianificazione e dello sviluppo avendo come riferimento un territorio vasto e non più i confini di ogni singolo comune, è senz’altro una scelta giusta e da percorrere con convinzione. Ben sapendo che ci saranno problemi sul piano della garanzia della pari dignità e del riconoscimento del merito, fra comuni di peso così diverso. Molto dipenderà dalla “schiena dritta” che i piccoli comuni sapranno tenere nel confronto con la “corazzata” Faenza.
Il primo banco di prova sarà la sanità nel faentino. Tema sul quale il sindaco di Faenza, a quanto mi risulta senza il pieno supporto degli altri sindaci, ha ingaggiato uno scontro con il direttore Generale dell’Ausl di Ravenna, Tiziano Carradori. Fino a giungere, è notizia di ieri, alla richiesta di sue dimissioni avanzata da Laboratorio Faenza, il gruppo che ha creato e sostenuto Malpezzi fino a portarlo alla sua elezione a Sindaco e che tutt’ora gli fa da sponda politica.