Sicilia in camper

Sicilia in camper: San Vito Lo Capo

San Vito Lo Capo - il Faro
San Vito Lo Capo – il Faro

A San Vito Lo Capo, come approdo abbiamo scelto un’area camper sul mare, vicino al porto, sulla strada per il faro. Costa 18 euro al giorno, ha un gestore piuttosto burbero.

San Vito Lo Capo vive di turismo e la stagione è ormai in pieno svolgimento. Il modello turistico è molto diverso da quello romagnolo, certamente molto meno impattante. La cittadina ha alle spalle una grande spiaggia di sabbia chiara e ai fianchi splendide scogliere con tanti accessi al mare e diverse baie sabbiose. Non ha che pochi, piccoli, alberghi. Il modello ricettivo è quello dell’albergo diffuso nelle abitazioni. Di conseguenza, anche la ristorazione è diffusa in una miriade di piccoli locali.

La grande spiaggia è completamente libera da strutture fisse (i nostri bagni non esistono). Ombrelloni e sedie sono accatastati in diversi punti, al mattino vengono affittati ai bagnanti e la sera tornano al loro posto. Questa attività ha spazi riservati, ma oltre un terzo della spiaggia è completamente libera. Alle prime luci dell’alba, la spiaggia, libera da ogni struttura, viene pulita dai “mezzi” e riparte la giornata.

Il paese è composto da piccole abitazioni. Il parcheggio, per le casse comunali, rappresenta una grande industria. Nella stagione estiva si paga presso che ovunque, in misura varia, con l’eccezione dei posti liberi previsti dalla legge.

In giro molti ambulanti stranieri; in spiaggia recano con se la loro mercanzia, mentre chi vuole esporla in sede fissa dispone di spazi e piccole costruzioni in alcuni punti, all’ingresso della spiaggia. Alla vista, la presenza dei lavoranti stranieri è accettata/tollerata, senza le isterie che si colgono nel nord. I turisti emiliano-romagnoli sono in grandissimo numero.

Dicevo che San Vito è la patria dei ristorantini. In giro ho visto poco catering e molta cucina in diretta, con i prodotti da ammannire in mostra. Siamo nella patria del Cous Cous. Nei giorni della nostra presenza era in corso la festa di presentazione del festival autunnale di questa pietanza, evento che chiude di fatto la stagione turistica. Si sappia che il maggiore produttore di Cous Cous è un’azienda di Argenta, provincia di Ferrara. Questo piatto viene offerta in decine e decine di varianti. Ne abbiamo assaggiato uno ottimo, di pesce, alla Casa del Cus Cus Sanvitese di Enzo Battaglia (anche se un poco caro, 16 euro).

A San Vito, come del resto in tutta la Sicilia vista, si può acquistare dell’ottimo pesce fresco, fra il quale primeggiano tonno e pesce spada.

Un’altra grande risorsa turistica è rappresentata dalle gite in barca; ne offrono una vasta gamma. In genere, per ammirare la bella costa della Riserva dello Zingaro, fino alla ristrutturata tonnara di Scopello, oppure verso le vicine e meno vicine isole, Egadi ed altre. Questa attività si avvale di un  mare splendido, all’apparenza pulito, ed offre diversi, graditi, bagni lungo il tragitto. Si avvale poi della vista di una costa rocciosa, molto frastagliata, non invasa da strutture e abitazione. Pare quasi che molti siciliani comincino a capire che la natura è una delle loro migliori risorse e che quindi vale la pena non affogarla.

Se ho ben visto, da queste parti non esistono la cosi detta “movida” ed il feroce abbruttimento da alcool. Qui pare che ancora il giorno sia giorno, e la notte sia notte.

Mi accorgo di essermi dilungato, ma ci tenevo a dimostrare che esiste anche un altro modello di turismo rispetto a quello – per tanti aspetti opprimente – della costa adriatica, certamente fino all’Abruzzo. E che non è detto che questo sia peggiore. Naturalmente esprimo pareri col beneficio d’inventario derivato dal poco tempo avuto a disposizione.

Nei tre giorni trascorsi a San Vito, abbiamo fatto la vita dei turisti tradizionali: giro in barca (Primero, fino alla baia di Scopello, euro 15), struscio, bagni, spettacoli, spostamenti in trenino, discussioni, camminate, arte culinaria. Nemmeno la curiosità di varcare la soglia di una particolare chiesa “fortezza”. Con la chicca di una signora, tutta agghindata a festa, che ci chiede gentilmente di alzarci dalla panchina che occupavamo, perchè lei doveva “stendersi a riposare”. Desiderio immediatamente esaudito col sorriso sulle labbra.

La mattina del 12 siamo partiti verso Palermo. Ci attendono ancora bellissime visite.

 

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