Veneto, le città murate
Inizio di dicembre, un tranquillo weekend di nebbia a spasso per alcune città murate dei colli Euganei. Dovevamo collaudare camper nuovi al freddo.
Verso sera arriviamo a Montagnana (9.000 abitanti). Ci accoglie una bella area pubblica riservata ai camper, video sorvegliata, con servizi e allaccio luce. Gratuita, in inverno. La cittadina, compresa interamente fra possenti mura medievali, si fregia di tutti i titoli possibili relativi ai borghi antichi. In effetti, è ben conservata e valorizzata. I pezzi forti sono il complesso delle mura e del castello e il Duomo. Visitarla è piacevole. Girovagando, troviamo l’ufficio Informazioni dove ci mettono a nostro agio. Ci illustrano la città, ci offrono di vedere il Museo Civico con visita guidata, di salire sulla torre per il panorama. Le visite ci costano 5 euro. Il Museo ha ampi spazi, ma pochino da fare vedere; molto meglio il nostro di Castel Bolognese che offriamo gratuitamente, ma che in pochi vedono. Il panorama, con la nebbia, lo immaginiamo bello.
Si nota lo sfarzo delle botteghe volte alle feste di fine anno, indice del fatto che da queste parti il commercio al minuto e di qualità regge. Un anziano meccanico ci mostra la sua collezione di moto d’epoca e le decine di miglia di pezzi di ricambio che ha accumulato in sessant’anni di lavoro. Un personaggio come pochi se ne trovano, depositario di un sapere che andrà purtroppo perso.
A Este (16.500 abitanti) sostiamo in un parcheggio pubblico davanti al Cimitero. Il centro storico è abbastanza distante. Visitiamo un bel Duomo (Santa Tecla), colmo di enormi ricchezze. La maggiore attrattiva è il castello Carrarese, caratterizzato da una possente cinta muraria pentagonale con una grande torre posta in cima ad una collinetta. E’ adibito a giardino pubblico, ma forse non è stagione. Ci sono cantieri in corso e, allo stato, non è per nulla attraente.
Este ci ricorda Mussolini, la Repubblica Sociale, la lotta di liberazione. Espone orologi con solo una lancetta, però molto belli. Con tutto il rispetto però mi permetto di suggerire di togliere un poco di auto dal centro. Così trafficata è davvero poco visitabile.
La sera ci trasferiamo a Sandrigo (8.400 abitanti). Siamo nel vicentino, in uno dei centri dello stoccafisso. Sono quei pesci secchi, provenienti direttamente dalla Norvegia, che ci attraggono. Appena parcheggiati i camper (4) in una zona angusta a ridosso del grande traffico, cogliamo il “buongiorno” di una signora. Si avvicina e ci indica dove possiamo trovare parcheggi più adeguati. Alla fine optiamo per uno spazio nel retro di un edificio scolastico, in pieno centro e assai silenzioso. La dedizione con la quale la signora ci ha assistito è stata davvero sorprendente e altrettanto gradita.
All’acqua del Sindaco non sapevo dove mettere le monetine. Mi sono rivolto ad un negozio dove ho incontrato due persone che si sono fatte in quattro per risolvermi il problema spiegandomi tutto per bene. Ma non ci sono riuscito e allora il negoziante è venuto alla fonte con la sua chiavetta, mi ha riempito (gratuitamente) due dame da cinque litri e mi ha salutato con garbo.
All’Antica trattoria Due Spade abbiamo potuto gustare ottimi piatti di baccalà e questo ci ha sollevato l’umore grigio portato dalla nebbia.
Dopo una notte tranquilla, abbiamo virato verso Recoaro (6.400 abitanti), pensando di trovare il sole. Peccato che l’area camper (5 euro al giorno) fosse dal lato sbagliato della valle, dove il sole in questo periodo arriva solo per un’ora. Una bella camminata sul crinale assolato, quattro chiacchiere con i montanari incontrati lungo il sentiero, poi l’ora di pranzo. Il freddo che abbiamo calcolato ci avrebbe investito la notte, ci ha consigliato di scendere dai colli prima del buio puntando su Cittadella.
Viaggio col sole, fino a mezzo chilometro da Cittadella (20.000 abitanti) dove torniamo a sbattere nella coltre di nebbia. Le mura della città hanno forma ellittica e completano il perimetro. Si entra da quattro porte poste nella direzione delle città vicine più importanti, delle quali ne prendono il nome. La sosta dei camper è consentita nel parcheggio Villa Rina, poco prima di porta Treviso. Se decidete di utilizzarlo, sappiate che la strada che gira attorno alle mura è a senso unico, in senso antiorario. Per cui, se lo saltate, dovete rifare il giro delle mura.
Dal punto di vista turistico il pezzo forte sono le mura e alcuni palazzi. E’ il sabato sera, quindi nel momento di maggiore affluenza di pubblico, questo però non giustifica il caos presente, provocato dal traffico automobilistico. Davvero spaventoso e doppiamente intollerabile a fronte della nebbia fitta che conserva ottimamente le particelle del percolato. Unico punto interdetto alle auto, la piazza principale, completamente occupata però da una pista di ghiaccio e dalle bancherelle del cibo di strada in piena funzione. Il combinato disposto fra auto in ogni dove, nebbia, percolato, fumi di panzerotti fritti, di arrosticini e di polpette di bufalo alla brace, rumori vari e baillame di luci, fanno si che l’ambiente appaia molto vicino a quello che si suppone possano essere i gironi dell’Inferno immaginati e decritti da Dante.
Ad essere buoni possiamo segnalare un bel Presepe di filo d’acciaio posto vicino l’ufficio Informazioni, un pregevole scultura in legno – opera di Carla Cecchin – mostrata in una chiesa con tantissimi Presepi e l’inventiva dei venditori di cibo di strada che hanno usato ogni mezzo per costruirsi l’azienda. C’è chi cuoce carne di bufalo dentro una vecchia Cinquecento, chi mesce birre da una sponda di un vecchio camper, chi ha attrezzato a cucina una vecchia roulotte completamente in alluminio, e tante altre invenzioni di questo tipo.
La gita si conclude a Cittadella alla quale diamo appuntamento a quando i suoi amministratori avranno deciso di togliere un poco di veicoli dal centro storico.
Alla fine di un viaggio, piccolo o grande che sia stato, si cerca di ricordare le cose che maggiormente hanno lasciato il segno nella mente. In questo caso, per quanto mi riguarda sono le seguenti:
- troppe auto e troppo traffico nei centri storici;
- un commercio al minuto ancora florido;
- una buona cena di baccalà;
- la cortesia genuina e spontanea delle persone con le quali siamo entrati in contatto. Alcuni hanno scritto dei veneti come di persone antipatiche, scontrose, chiuse. Noi, anche per diverse precedenti frequentazioni, non possiamo dirlo. Forse ci sarebbe qualche volta da discutere circa scelte amministrative assai discutibili, ma su questo, chi non ha peccati ….. .
E adesso, come sempre, una piccola rassegna fotografica.