L’uccello di Fano
Abbiamo trascorso la passata settimana a Fano. Con il camper, nel solito parcheggio della Sassonia. Buon sole mitigato a dovere dalla brezza marina. E’ stata una settimana piacevole. Piacevole perché ci siamo comportati come sempre. Potremmo dire una settimana a tutto pesce. Pesce assaggiato nei piccoli ristoranti – alla Rustita, dalla Quinta, al pesce Azzurro – pesce acquistato dai piccoli pescatori del porto e cucinato da noi, in famiglia. Poi camminate, sole, bagni, letture, visite in centro.
Anche nel luogo di sosta ci siamo comportati come sempre. Come ci piace fare da camperisti che amano stare all’aria aperta, ma con rispetto ed educazione, senza rinunciare alle azioni minime indispensabili. Come farci un poco di ombra con il tendalino nei momenti più caldi della giornata; cucinare rapidamente il pesce (lavato con acqua di mare negli scogli senza lasciare rifiuti) in un piccolo fornellino fuori dal camper, per evitare un insopportabile riscaldamento della scocca; estrarre il tavolino per cenarvi (quando non siamo andati al ristorante) nel momento particolarmente afoso della giornata. Naturalmente, dopo l’uso, abbiamo rapidamente riposto i vari attrezzi, eccetto due sedie.
Sapevamo di essere ospiti (paganti) di un parcheggio privato, autorizzato alla sosta dei camper (che non sono auto). Sapevamo di non potere “campeggiare” e non abbiamo campeggiato secondo i canoni tradizionali dei campeggiatori. Ci siamo atteggiati da camperisti che, come tali, in particolari momenti della giornata hanno bisogno di comportarsi, nello spazio loro assegnato, in un determinato modo. Perché non possono fare altro, pena lo svilimento della loro concezione del turismo.
Racconto questo riferendomi alle “feroci” polemiche di alcuni cittadini fanesi contro i camper che portano ogni tanto ad un blitz da parte della Polizia Municipale. Azioni che, indipendentemente dalle loro motivazioni, non possono risolvere un problema profondo che attiene alla natura stessa di quel segmento di turismo – da molte località ricercato – che ama incontrare i territori con il camper, soggiornarvi e lasciarli intatti come li hanno trovati. Poi certo, tutte le categorie hanno le loro pecore nere, ma questo è un altro discorso.
Il nostro auspicio è che l’Amministrazione comunale di Fano voglia decidere di accogliere questa tipo di turismo con la giusta dignità e interesse che merita e che non lasci in essere soluzioni ambigue, diremmo, tristemente all’italiana.
Domenica le cronache locali fanesi parlavano di un buon Wend marinaro pieno di pendolari dal territorio, ma che mancavano i turisti. Nemmeno un cenno per le non meno di duecento famiglie in camper – più di cinquecento persone, molte delle quali presenti nel corso della settimana – che hanno affollato il Centro, la spiaggia, le botteghe e i ristoranti di Fano. E questo dispiace.
Concludo evidenziando la notevole simpatia di cittadini fanesi. Percorrendo la pista ciclabile (bella) verso Pesaro si può leggere su un muro questa curiosa dedica alla propria amata “Sei bella come un gol al novantesimo”. Steso sul telo da bagno, ho “dovuto” ascoltare la telefonata di una attempata “giovane” donna ad una sua amica. Più o meno di questo tipo “sono qua in spiaggia col seno al vento; il mare è bello, spira un gradevole venticello. Sto molto bene, solo che ci vorrebbe un “bell’uccello”, ma non si trova; solo persone vecchie, grasse con la pancia fino ai piedi”. Davvero arguta la signora.