In provincia di Pordenone
Siamo a Spilimbergo, città Medaglia d’oro al Merito Civile per come è uscita dal terremoto del ’76.
Ancora una bella città d’arte, ben curata e gradevole da visitare. Qui troneggia l’arte del mosaico. Desta ammirazione una plurisecolare casa istoriata nella sua facciata con scene di Ercole. Poi il Castello, gli antichi portici e innumerevoli palazzi ben conservati. Il Centro è via Roma con i suoi mille negozi che mettono in mostra tanti prodotti locali. Si capisce che siamo nel comprensorio del maiale e che primeggia il culto del vino, sostenuto fattivamente dalle tante vigne che abbiamo notato nei paraggi.
Chiedo informazioni sul vino ad una persona, che alle mie domande si illumina.
Ne decanta le virtù, legate alla particolare geologia del territorio, alle terre sassose e mi indica una Cantina Sociale dove potermi recare per qualche acquisto: la Cantina Rauscedo, in Rauscedo, frazione di Codroipo.
La Cantina è molto grande, tutte botti in acciaio, si entra visitandole tutte e già qui il profumo del vino inebria. Il ragazzo con garbo e competenza ci spiega i vini. Acquistiamo due bag in box; bianco e rosso (12 euro l’uno). Quello bianco – 12,5 gradi – è una miscela perfetta di due uve (non ricordo quali) profumate e dal gusto eccellente, purtroppo finito in fretta. Debbo dire che la particolare confezione non ne altera minimamente il sapore, oltre alla comodità di poterlo spillare. Acquisto anche 5 litri di Traminer per farne qualche bottiglia.
Continuiamo verso San Daniele per fare la conoscenza del “porco”.
Il paese è carino e tutto sa di maiale. Ne acquistiamo qualche etto che ci viene confezionato come si trattasse di una reliquia. Il prodotto è certamente ottimo: grasso e tenero, dolce, delicatamente profumato. L’abbiamo apprezzato anche se, così molliccio, servito nel cartoccio, non è il massimo.
Proseguiamo verso Maniago, la città della coltelleria. Appena trovata l’area camper, gratuita e compresa di tutti i servizi essenziali, riceviamo la visita di un signore che a suo modo ci accoglie, si mette a disposizione per qualsiasi problema e ci indica le cose da vedere e da assaggiare.
A Maniago incontriamo Pitina e Frico. Due pietanze portate alla ribalta da masterchef . Pitina è una specie di polpetta di carne cruda, miscelata sapientemente con spezie aromatiche e affumicata. La confezionano con la carne di cervo, di capriolo, ma anche con manzo, maiale e pecora. Si tratta, nella sostanza, di un piccolo salume che si può assaggiare affettato a crudo, oppure saltato in padella con un filo di olio. E’ certamente un buon prodotto per la ribalta internazionale, per noi emiliano-romagnoli, maestri di salumi, è apprezzabile.
Abbiamo poi chiesto notizie di Frico, una sorta di fricandò, che poi ci siamo confezionati a casa, riunendo in padella con poco olio, patate grattugiate, cipolla tagliata finemente, aggiungendo verso la fine della cottura – complessivamente di circa venti minuti – due tipi di Montasio di diversa stagionatura. Avevamo qualche dubbio sulla cottura del formaggio – anche se non prolungata perché aggiunto verso la fine – invece il risultato è stato gradevole, senza particolari problemi di digeribilità.
Bella la Loggia dei Caduti, che guarda la grande piazza Italia. Sulle pendici del monte che la sovrasta, si possono visitare i resti di un antico maniero. Si sale lungo uno stradello immerso nella vegetazione. Ad un certo punto una grande bicicletta rosa ci ricorda la passione di questa gente per il ciclismo.
Al mattino seguente partiamo lungo la Valcellina. (Fine terza parte)
Ora alcune foto.