Gli Istrici del Senio
Gli istrici, assieme ai tassi, alle volpi e alle nutrie, stanno godendo ultimamente di cattiva stampa in quanto additati fra i responsabili delle rotte di argini di fiumi e canali. Non so quanto questo corrisponda a verità e quanto invece queste colpe servano come paravento per altre e ben più gravi negligenze verso i nostri fiumi.
Il diavolo non si veste certamente da nutria che, facendo tane a filo d’acqua, non danneggiano gli argine nel punto dove sono più fragili. Non si capisce quindi la ragione in base alla quale i comuni del faentino abbiano autorizzato i cacciatori a ucciderle. Il discorso è diverso nel caso di loro presenza nei canali pensili.
Tassi, istrici e volpi invece richiedono valutazioni ben diverse. Particolarmente le tane dei tassi, realizzate per stanze e con uscite plurime, possono creare notevoli problemi di stabilità, se presenti negli argini dei fiumi. Non so però quanti tassi si siano visti in giro. Anche le volpi fanno tane, ma maggiormente tendono ad occupare quelle di altri.
Gli istrici invece, fanno tane importanti e profonde e, quel che più preoccupa, le fanno in rapida successione fra loro, favorendo un effetto gruviera e quando queste sono presenti sugli argini dei fiumi c’è da preoccuparsi. Particolarmente se vengono fatte nella parte interna dell’argine.
La presenza di questo mammifero, roditore, plantigrado, bello da vedere soprattutto quando, disturbato, mostra tutti i suoi aculei, è in forte espansione nei fiumi. La foto a corredo di questa nota, scattata stamattina nell’argine del fiume Senio a Tebano, mostra la complessità del problema. La invierò certamente a chi di competenza, anche se un cittadino mi ha detto che quelle tane sono già state segnalate da tempo e a più riprese, senza che nulla sia accaduto. E questo è molto strano, se posto in relazione alla demonizzazione che si fa di questo animale. Ricordate il battage intorno alla notizia dei 150.000 euro spesi a Cotignola per “sistemare” la tana di un istrice?
Di fronte al problema della presenza di questi animali nei fiumi, che va certamente assunto seriamente, occorrerebbe stabilire un diverso approccio, che non fosse la pura demonizzazione.
Intanto si potrebbe dire che essi rappresentano una ricchezza della natura, che dovrebbero arricchire il nostro patrimonio culturale della conoscenza. Che a molte persone possono anche apparire interessanti e piacere. Fra l’altro l’istrice è una Specie di Interesse Comunitario, tutelato e che richiede una protezione rigorosa. Non so degli altri.
In secondo luogo, mi riferisco sempre ai fiumi, va detto che questi animali – eccetto le nutrie – trovano il loro ambiente migliore nell’incuria nella quale sono stati tenuti negli ultimi decenni gli argini. Quindi, la soluzione del problema sta in una corretta e costante manutenzione dei nostri fiumi. Senza contare che con una buona manutenzione e una rinnovata presenza dei cittadini lungo gli argini, si consente la reale possibilità di un controllo visivo accurato. E con questo la limitazione massima dei pericoli reali.