Noi e la nebbia
Dalla finestra di casa mia, osservo questa giornata uggiosa. Il consiglio degli Amici del Senio aveva programmato di trascorrerla ad Alfonsine fra musei, ambiente, paesaggio, arte, cucina, storia e cinema. Diciamo così: una giornata vagamente alternativa, diversa rispetto al solito. L’avevamo chiamata il Fiume delle nebbie, proprio perché di solito, il 30 novembre, da quelle parti c’è nebbia, un evento atmosferico comune da sempre e non privo di un suo fascino, visto che scrittori e registi ne hanno tratto ispirazione per opere di grande valore. La proposta della giornata si giocava proprio su quello, almeno nelle intenzioni di chi l’ha pensata.
Purtroppo si è dovuto soprassedere, perché alla luce dei fatti quell’idea ha interessato quasi nessuno. La ragione è stata che “avevano messo” una “brutta” giornata. Ho quindi sbagliato perché non ho capito che, se ci fosse stata la nebbia, le persone a cui l’iniziativa si rivolgeva sarebbero state a casa. La cosa mi rammarica abbastanza, non solo per le diverse centinaia di chilometri percorsi in auto, per le decine di telefonate compiute, ma anche per le dieci e più persone che ho coinvolto, chiedendo e ottenendo la loro attenzione e il loro impegno.
Certo che tutto non andrà perso; abbiamo deciso di riproporre l’iniziativa in primavera (sperando che non “mettano” nuvole, pioggia o temporale).
Vorrei che tutti coloro che mi stanno leggendo, capissero che non sono risentito del fatto che l’iniziativa sia fallita per quella ragione. So bene che sulla base dei canoni comuni, se si prevede una giornata uggiosa, si preferisce pensare di stare in casa. Anche noi che spesso viaggiamo in camper guardiamo, eccome, il “tempo”. Però è giusto che anche la quotidianità possa fare riflettere. E a me, tifoso come sono dei “contenuti” piace farlo. Allora la mia riflessione è questa.
Viviamo tempi in cui a molti di noi piace essere alternativi, naturalisti, biologici, salutisti, fisici. Cerchiamo la mela col bigatto perché pensiamo sia più salubre, oppure l’insalata con le lumache. Cerchiamo l’olio spremuto a freddo, il formaggio a crudo, la farina con la crusca o il primo fiore. Insomma ci piacciono e ricerchiamo le cose naturali e la natura biologica, che sola può produrle. Eppure ci sentiamo respinti da una giornata uggiosa in autunno, che è la cosa più naturale che possa esistere.
Ah, come vorrei abitare in un Paese dove, quando piove, al massimo ci si mette l’impermeabile e dopo che ci si è bagnati ci si cambia (ho visto così in Olanda dove nemmeno hanno gli ombrelli, dove le famigliole con i loro bimbi scorrazzano e si divertono sotto l’acqua battente, e vivono!).