Sulla strada della sicurezza, dalla parte degli utenti deboli
Una rete di piste ciclabili, seppure ricavata con difficoltà in ambiti delicati e complessi. E’ questo un obbiettivo del nostro tempo. Ormai quasi tutti sanno che favorire l’uso delle piste ciclopedonali significa tutelare gli utenti più deboli della strada, diminuire l’inquinamento e rendere più vivibili le nostre città.
Le piste ciclopedonali sono indispensabili in ogni centro urbano per migliorare la convivenza fra tutti gli utenti delle strade, sempre più intasate. Affinchè però le piste ciclabili siano appetibili e percorse dai ciclisti, è opportuno che siano il più possibile collegate fra loro e che non siano continuamente interrotte.
Destano quindi perplessità le interruzioni create mesi fa nella pista ciclabile regina di Castelbolognese, quella che porta alle fabbriche, dove è stata invertita la precedenza nelle due intersezioni presenti: prima le auto dovevano dare la precedenza alle bici e ai pedoni, ora devono darla solo ai pedoni. Quindi le bici, cavalcate, che percorrono la pista ciclabile hanno perso la precedenza. Pare che la ragione risieda nel fatto che in quel punto sia stato investito un ciclista (bici cavalcata) da un’auto che non ha concesso la precedenza.
Riflettiamo per un attimo. Quell’incidente, presumo sia accaduto per una disattenzione del conducente dell’auto. In conseguenza di ciò avrà pagato una multa e risarcito, tramite l’assicurazione, il danno al ciclista. Oggi con la nuova segnaletica, può accadere che un ciclista, disattento come l’automobilista di ieri, passi senza dare la precedenza e che venga investito. Il ciclista come nel caso precedente subirà il maggiore danno, ma sarà lui a dovere pagare la multa e a risarcire l’automobilista. E di tasca propria perchè le bici non sono assicurate.
Qual’è allora la conseguenza pratica di quella misura presa (l’inversione del diritto di precedenza)? La conseguenza è che viene tutelato l’automobilista a scapito del ciclista. Quindi il più forte. Con l’aggravante che tendenzialmente la pista verrà meno percorsa dai ciclisti.
Naturalmente questo è un punto di vista. Conosco l’obiezione principe: così mandiamo i ciclisti allo sbaraglio. Obietto: nel caso di specie se il ciclista fosse sceso di bici e avesse attraversato tenendola per mano, l’automobilista sarebbe stato meno distratto? Non credo. E l’incidente, con ogni probabilità, sarebbe accaduto ugualmente.
Diversamente dal caso illustrato, è apprezzabile la soluzione trovata per dare maggior sicurezza ai ciclisti che percorrono la ciclabile da piazza Bernardi verso l’ex-Ospedale. Nel punto di intersezione con via Borghesi, è stata opportunamente modificata la segnaletica orrizzontale della via e si è intervenuto con un dissuasore in posizione appropriata, fornendo certamente maggiore sicurezza a ciclisti e pedoni.