Castel Bolognese

Via tutti gli orti dal fiume

Poche ore fà sono comparsi nella riva del fiume Senio a Castel Bolognese, in fondo al Boccaccio, i cartelli con l’intimazione dello sfratto per tutti gli ortolani. Sono pericolosi.

Da alcuni anni ho scoperto il significato e il piacere di coltivare un orto. Sapere che molte persone anziane, così all’improvviso, vengono private di un qualcosa di tanto significativo e utile per la loro vita, mi indigna e mi rattrista.

Tornerò su questo argomento. Intanto rivolgo a chi può rispondere alcune domande.

1. Gli ortolani sono stati adeguatamente coinvolti prima di questa decisione?

2. Si è valutato con coscienza e in modo approfondito il significato mortificante che un gesto di questo tipo ha sulla vita sociale di queste persone?

3. Si è stabilita un’adeguata compensazione sociale (orti alternativi), per questi nostri concittadini anziani?

5 commenti

  1. @Giovanni
    In genere (non so cosa preveda questo intervento) la vegetazione ha un ruolo importante nella difesa idraulica di un fiume. E’ infatti importante rallentare la velocità dell’acqua, non accelerarla. Acque veloci creano problemi in prossimità dei ponti, che sono il punto più lento, o a valle, dato che ogni pioggia allagherebbe Ravenna se non fossero azionate le pompe.
    La regione ha un disciplinare di manutenzione riconosce l’importanza della vegetazione:
    http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/suolo-bacino/sezioni/pubblicazioni/servizio-difesa-del-suolo-della-costa-e-bonifica/pdf/disciplinaretecnico.pdf
    Sembra si intendesse applicare questo disciplinare anche all’intervento a Tebano

    Un documento interessante scritto da Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale (CIRF), Legambiente e Protezione Civile (gli aspetti di sicurezza idraulica sono quindi ben valutati) è
    http://www.cirf.org/download/Articoli%20e%20scritti/buone_pratiche_rischio_idrogeologico.pdf
    Il sito del CIRF è dedicato alle buone pratiche di manutenzione fluviale.

  2. Il fiume è un bene del demanio. Nella nostra repubblica i cittadini sono sovrani e il fiume è nostro bene comune.
    La gestione idraulica del Senio è affidata alle Autorità di bacino del Reno.
    Il fiume è anche parte integrante del paesaggio (a partire dalla legge Galasso, ora testo unico sui beni artistici e paesaggistici). Dove per paesaggio si intende il territorio percepito dalla popolazione ”espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale, nonché fondamento della loro identità”. La tutela del paesaggio del Senio è compito del comune e della Sovrintendenza.
    Il Senio è riconosciuto come corridoio ecologico tra la vena del gesso e le valli umide, la tutela delle acque e della diversità biologica del Senio sono attribuite alla provincia e al comune. Fino a quando comune e provincia non ne tuteleranno gli aspetti paesaggistici e di diversità biologica, il Senio rischia di trasformarsi sempre più in canale di scolo.
    La popolazione, sovrana, ha il diritto di partecipare alle scelte sulla gestione ambientale.
    Come comitato ambiente e paesaggio a CB stiamo cercando di organizzare un incontro con i responsabili della gestione del Senio. Vi faremo sapere.

  3. Mah, a me sta tabula rasa all’interno del fiume convince assai poco. Temo che finirà per creare più danni che vantaggi.

  4. Coltivare gli orti ed incentivare la pratica è cosa positiva: perchè le persone (in maggioranza anziani) hanno così una attività da svolgere che può anche dare soddisfazioni, perchè in questo tempo di crisi avere verdure a basso costo, sane e genuine aiuta anche il bilancio familiare.
    Però gli orti devono essere fatti nei luoghi appropriati: il Comune mi risulta ha forse qualche posto libero negli spazi all’uopo dedicati, bisogna fare domanda e nel caso gli spazi siano erauriti ci si inserisce in una lista di attesa.
    Realizzare degli orti in area golenale non solo significa occupare uno spazio dato in gestione ad altri (il Bacino Destra Reno ). Significa anche creare potenziali ostacoli in caso di piena al regolare deflusso del fiume: infatti realizzare coltivazioni in area golenale, cioè di potenziale esondazione, comporta creare recinzioni in materiali vari (legno, plastica rete di ferro, mettere tutori per sostene alcune coltivazioni , tenere materiali vari (zappe, badili, rastrelli, bidoni per la raccolta dell’acqua ecc) tutte cose che in caso di esondazione e piena del Senio verrebbero trascinati dalla piena creando ostacoli in grado di creare problemi per il regolare deflusso.
    L’area golenale e l’alveo dei fiumi e canali invece va tenuta pulita da ogni ostacolo (anche alberi che cadendo in caso di piena nell’alveo si possano intraversare al primo ponticello e bloccare la corrente). Questo per scongiurare esondazioni e situazioni di pericolo in caso di piene.
    Suggerisco che gli “ortolani” si rivolgano al Comune per verificare se ci sono orti liberi o rivolgersi al Consorzio per sapere se ci sono spazi demaniali in cui la presenza di orti potenzialmente non crea problemi.

  5. Sono in parte d’accordo con lei. Ma i terreni dove vengono coltivati gli orti sono appunto di proprietà dell’ente cui sopra, per cui gli “ortolani” sanno o dovrebbero sapere che in qualsiasi momento potrebbero vedere sparire il loro lavoro. Piuttosto mi chiedo quanto sia veramente utile il taglio degli alberi (perchè di questo si tratta).
    Esiste una risposta chiara e univoca?

Rispondi a Andrea Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio