Politica

Adesso una nuova politica

La volontà popolare si è espressa con un voto che va oltre la politica. Gli elettori di sinistra, del centro e tanti, veramente tanti, della destra hanno detto che in Italia il nucleare non lo vogliono, né oggi, né mai. Non c’è quarta generazione di nucleare che tenga. E questo è straordinario. Hanno poi detto che l’acqua, bene comune essenziale, deve restare pubblica, ossia di tutti, Non si privatizza e su di essa non si lucrano affari. Infine hanno detto che sono stanchi delle leggi ad personam per il premier e che la legge deve continuare ad essere uguale per tutti.

Il dato politico di maggior rilievo è costituito dal fatto che una grandissima maggioranza – numerica e non solo percentuale – di cittadini, compreso grande parte degli elettori di destra, hanno bocciato, hanno detto no, a tre leggi caposaldo della politica del governo e fortissimamente volute da Berlusconi, mettendo così a nudo il re. Questo dimostra che leader e governo, da tempo, non sono più in sintonia con i cittadini. Insomma, che parlano d’altro. Tutto questo dimostra anche la forza della democrazia, la validità e l’attualità della nostra Costituzione. Dimostra che gli italiani non possono essere presi per lungo tempo in giro. Possono essere incantati da persone e idee discutibili, ma quando parte il disincanto non li ferma più nessuno.

Adesso, mentre è chiaro chi ha perso, serve a poco la corsa per il podio. Questo esito referendario, dopo che da oltre quindici anni non si raggiungeva il quorum, è derivato particolarmente dalla sfiducia e dalla repulsione, partita da tempo e che man mano si è consolidata, verso il governo e il suo leader. Bisogna rendere onore al merito di chi ha promosso i referendum. Egualmente non bisogna scordarsi che la grande partecipazione e l’esito è stato possibile grazie al lavoro di una moltitudine di soggetti in campo. Accanto ai comitati referendari, hanno fatto la loro parte molte forze politiche, sindacali, tantissime associazioni, un grande numero di aggregazioni sorte spontaneamente dall’impegno di cittadini comuni. Occorre rilevare anche un deciso apporto morale e non solo da parte della chiesa. E’ stato quindi un grande sforzo corale dove ognuno a fatto la sua parte senza creare collisioni.

Vorrei infine tornare sull’argomento del nucleare per sostenere che adesso non bisogna cullarsi. Il nucleare deve essere fermato non solo in Italia, e l’abbiamo fatto, ma ovunque. A partire dai nostri vicini di casa. Mi riferisco ai francesi, i quali prima o poi dovranno battere qualche colpo, e agli sloveni. Da ambo le parti l’Italia è sottovento. Potrebbe poi accadere che chi voleva fare affari in Italia, o chi non li potrà ancora a lungo farli in Germania, pensi di continuare ad agire in altri paesi, che so, nei paesi dell’est europeo. In una sorta di delocalizzazione dell’atomo. L’altro aspetto su cui ora occorre accelerare è la ricerca e lo sviluppo delle fonti energetiche alternative, a partire dall’eolico, dal solare e dal geotermico – e l’avvio di una nuova, grande fase di sviluppo dell’economia verde. Quella contro il nucleare è stata una vittoria dell’ambiente. Una vittoria che si lega e che valorizza la bellezza dell’Italia e quelle sue grandi ed inestimabili materie prime costituite dal paesaggio, dalla storia, dalla cultura, dal clima. A partire dalla valorizzazione di questi elementi può avviarsi una nuova strategia di sviluppo economico per l’Italia. Questa è la prima sfida per le forze che ambiscono a governare il paese nel prossimo futuro.

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