Quando si dice gallina
(13 Novembre 2010) Oggi presento al mondo la mia gallina: si chiama Giacomina II. Quest’anno ne ho tenuta una bruttina. Avete presente quelle col collo spelacchiato? Giusto per vedere se il gallo della strada non se la fila… e la mia insalata si salva. E’ bene in carne, zoppica lievemente. Incede un po’ sbilenca, la cresta gli copre un occhio. Quando entro in cortile si infervora e sfoggia tutte le sue note. Apro il pollaio. Passando nel pertugio, cerco di accarezzarla. Lei si accovaccia e si lascia lisciare le penne. Però trema.
In questi giorni vado nel campo con la vanga per sotterrare e dissotterrare i cardi. Lei mi segue a qualche metro di distanza, becchettando qua e là fili di erba. E’ il suo antipasto. In ogni zolla c’è qualcosa per lei. E’ golosissima di vermi, ma non di tutti. Per intenderci, quelli belli lunghi, da pesca, per lei, sono il top. Le lumachine no, e nemmeno le rughe dei cavoli; sapranno di cavolo, e non a tutti piace. Ogni tanto compare la larva del maggiolino (credo) e allora è festa. Se la mette nel becco, alza la testa, e giù, lasciando vedere lo sforzo per deglutirlo.
Mi sta sempre tra i piedi e fra me e la vanga, a rischio della sua incolumità. Se per qualche zolla non compare nulla, mi becca i pantaloni, se mi avvicino a terra mi becca le dita. Forse crede che io sia responsabile e mi vuole sollecitare.
Operiamo con fronte sul Naviglio. Passano tanti camion, da e per Faenza, chiaro segno di sviluppo e di crescita. Ieri, uno di questi ha fatto: “tuuu”, e lei “… “ (non so tradurre). Insomma, a modo suo, ha risposto. E questo per tre volte. Lascio a voi la spiegazione.
Solitamente, ad una cert’ora la perdo, torna a casa. Dopo un po’ sento alto e chiaro “Co-Co-Co-Coccoo-Dèèèè” subito seguito da un “Chic-chiri-Chiiiii”. Ha fatto l’uovo e il suo amico di strada la saluta.