ASPettiamo
Non si è ancora capito bene se la gestione dei servizi sociali dei comuni (anziani, minori, handicap, ecc.), anche quelli di Castel Bolognese, potrà continuare ad essere pubblica, o passerà ai privati. I documenti, criptici, che circolano, lasciano pensare che la decisione sia stata presa.
Una prosa, a mio avviso volutamente confusa, si presta formalmente a diverse interpretazioni. Come spesso si suole in politica. Al punto in cui stanno le cose, tutte le interpretazioni sono legittime. La mia è la seguente. Alla fine dei tre anni di percorso di avvicinamento all’accreditamento, la gestione di tutti i servizi passerà alle cooperative sociali. Contemporaneamente, avverrà la fusione delle attuali due Asp (Aziende di Servizi alla Persona). Le varie esperienze delle Opere Pie e i loro capitali, frutto dei lasciti di cittadini nel corso dei secoli, confluiranno in un calderone unico comprensoriale con sede a Faenza.Non è obbligatorio e non è scritto che così le cose andranno peggio, ma è lecito dubitare. E’ certo che la comunità castellana conferirà la quota di capitali divisa per cittadino di gran lunga più elevata rispetto a tutti gli altri comuni. Cosa ne verrà in cambio?
Ps – Non sò se si può sostenere un parallelismo. Giudicate voi. Giorni fa l’ex sindaco di Imola, l’on. Marchignoli (Pd) si diceva contrario a Bologna città metropolitana, ossia al progetto sostenuto anche da altri del Pd, della costituzione attorno a Bologna di un’area metropolitana che inglobi la Provincia e il circondario di Imola, con lo scopo di bipassare il patto di stabilità. Marchignoli ha sostenuto, nella sostanza, che da questo progetto, che a dire il vero pare sensato, Imola non avrebbe nulla da guadagnarci, avendo già poteri sovracomunali in virtù dell’alchimia del Circondario. In sostanza Marchignoli, che non è certamente l’ultimo arrivato nel panorama politico locale e regionale, pare fregarsene dell’ipotesi di portare Imola in un contesto territoriale più ampio. Sostiene gli interessi di casa sua.