Berlusconi ha fallito
Berlusconi ha fallito. Ha il governo con la maggioranza più ampia dal dopoguerra, ma sarà una delle legislature più brevi. Non sarà l’opposizione a mandarlo a casa, ma una parte degli uomini del suo partito e quindi della sua maggioranza. Lo mandano a casa perchè è una persona moralmente ed eticamente inadatta a guidare una grande nazione democratica.
Il suo pauroso conflitto di interessi, la pervicacia nel non volersi fare giudicare dalla giustizia come ogni cittadini, le leggi ad personam per se, per i suoi sodali e per il suo impero economico, l’anima populista e antidemocratica che lo pervade, hanno (finalmente) costretto parte del suo partito a metterlo in discussione.
Dopo oltre quindici anni di protagonismo della scena politica, dopo che col suo impero mediatico ha corroso e condizionato la mente di milioni di individui, originando la filosofia del berlusconismo, oggi è costretto a fare i conti non più soltanto con l’opposizione in parlamento, ma con una vasta area di opinione pubblica che gli si sta rivolgendo contro e anche con uomini e donne del suo campo politico di destra che intendono restare nell’alveo della Costituzione e del rispetto delle regole di comune civile convivenza.
Berlusconi ha fallito come uomo politico. Nemmeno può essere incensato come imprenditore in quanto sostenuto nella ricerca della sua smodata ricchezza, da leggi compiacenti e di comodo che prima una classe politica corrotta (Caf) gli ha confezionato, poi che esso stesso ha promosso. Fino all’ultima che gli consente un maxi sconto delle tasse che avrebbe dovuto pagare con la Mondadori. Ora appare come un animale ferito, stretto dalle sue stesse contraddizioni. Sbraita a più non posso, tiene la scena politica. Grida che vuole le elezioni, ma lavora per non farle, preoccupato della sua sorte personale di fronte alla legge, quando fosse un cittadino come tutti.
La ragione vorrebbe che, vista crollare la sua maggioranza, si fosse già dimesso e rimesso il mandato nelle mani del presidente della Repubblica, come vuole la Costituzione. Resiste, ma dovrà farlo. Fermo restando le prerogative di Napolitano, un’ipotesi per il futuro potrebbe essere quella di mettere in sella un governo di scopo, per fare una nuova, giusta, legge elettorale che sostituisca quella porcata fatta perchè Prodi non vincesse, o non riuscisse a governare. Poi nuove elezioni politiche.