
Percorso ciclabile delle valli di Comacchio. Siamo nel Parco del delta del Po. Per chi proviene da sud, l’approdo migliore è Sant’Alberto, la piccola, storica, frazione valliva di Ravenna. Si parcheggia a pochi metri dal traghetto che vi consentirà di attraversare il fiume Reno. Il luogo è ricettivo anche se siete in camper.
Attraversato il Reno vi trovate subito nell’argine del fiume Reno che percorrerete a destra, mantenendo sulla sinistra la valle, che già mostra il suo fascino. Qui potrete incontrare i primi fenicotteri in rapida evoluzione numerica e oramai stabilmente domiciliati anche da queste parti.
Passata la lingua di Boscoforte, procederete per qualche chilometro, fino all’imbocco del così detto Argine degli Angeli, la stradina che, attraversando la valle, vi porterà a Lido di Spina. Circondati dalla tranquilla acqua di valle, da una ricca fauna di volatili, posati in attesa sulla palificazione ai lati del percorso, o a caccia in acqua, dalle armoniche geometrie divisorie di non so cosa, giungerete, dopo circa 5 chilometri, ad un ponte in legno – località Bellocchio – che vi condurrà nello stradello del sottopasso della statale Romea.
Siete arrivati nelle valli di Spina, con la sue caratteristiche attività di pesca. Giunti nell’abitato di Lido di Spina, una segnaletica talvolta incerta, vi condurrà a Lido degli Estensi, nel punto in cui un piccolo traghetto vi farà passare il Porto canale di Porto Garibaldi per lasciarvi nella strada che vi condurrà a Comacchio. Una strada pittoresca dove convivono da un lato la flottiglia della pesca locale e dall’altro un numero imprecisato e crescente di friggitorie e attività di piccola ristorazione. Pare che, prevedendo un buon tornaconto, un numero crescente di comacchiesi si stia dedicando a queste attività in modo tale da caratterizzarne la strada più importante e dintorni. Con risultati vari, ma sostanzialmente apprezzabili. Se si è da quelle parti in bici e nel giusto orario, vale la pena provarci.
Continuando verso Comacchio si incontra sulla destra una ciclabile che vi accompagna al paese. Attraversato il ponte dei Trepponti si segue il bordo valle, coronato dai caratteristici padelloni per le pesca sportiva. Si arriva così alla Stazione di Pesca Foce dove, oltre ad un apprezzato ristorante, è presente una torre che consente di ammirare la valle dall’alto. Si prosegue sulla destra, costeggiando la valle. Incontrerete sulla sinistra il Casone Donnabona, una antica casa di guardiania di valle (e forse d’altro a giudicare dal toponimo), oggi trasformata in Museo del lavoro. Visitandolo, gratuitamente, vi immergerete nella vita dei pescatori di valle del secolo scorso. Attrezzi di lavoro, abbigliamento, mobilio parlano di attività oramai scomparse. Forse per sempre, anche nella loro versione moderna, visto che quella valle un tempo celebre per le anguille, è ora in difficoltà a seguito della quasi totale scomparsa di quel pesce.
Si prosegue fino all’Argine Agosta, una strada asfaltata (storica: al tempo dei romani collegava Ravenna ad Adria), con poco traffico, che, percorrendola verso sinistra, vi condurrà a Prato Pozzo. Le indicazioni del percorso vi porteranno su una carraia – difficile da percorrere con o dopo la pioggia – in fondo alla quale vi troverete in un ameno luogo di ristoro, abbellito dai pannelli di una originale mostra fotografica. Siamo in uno dei luoghi più belli della valle, dove riappaiono i fenicotteri che pasturano tranquillamente in poca acqua. Torniamo alle geometrie dei lavori di valle, ai colori sempre mutevoli. Dopo circa un chilometro sarete al traghetto di Sant’Alberto.
Il percorso è certamente suggestivo. Una bella ciclovia. Se però guardiamo agli standard europei del settore mi permetto di rilevare che per farla diventare di prima categoria, servirebbero alcune migliorie. Tanto care a noi anzianotti, ma che purtroppo non sono ancora nella italica mentalità. Indico due parole: scorrevolezza e continuità. In alcuni punti quel percorso andrebbe reso più scorrevole, semplicemente con l’apporto di poco stabilizzato, compreso il tratto su carraia di campagna, prima di Boscoforte. Poi la continuità. Il percorso dovrebbe godere della precedenza ed essere meglio segnalato, anche con fondo colorato, ove necessario (centri abitati). Tutto sommato piccole cose, ma di grande significato per gli amanti delle ciclabili.