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L’alluvione, la sicurezza, le opere pubbliche

L'involuzione dei comitati di alluvionati

Facendo parte del Comitato alluvionati di Castel Bolognese, spesso sono in contatto con l’assemblea dei Comitati alluvionati di tutta la Regione. Essi hanno avuto una funzione importante nella prima fase dopo gli eventi quando si è trattato di indirizzare lo sconcerto e il malcontento delle persone e attività così duramente colpite.

I Comitati sono stati interlocutori preziosi in sede regionale e con la struttura commissariale. Hanno portato in quei tavoli la realtà e la molteplicità dei fatti, hanno potuto contribuire ad indirizzare alcune scelte nel segno dell’equità.

Col passare del tempo la loro spinta si è affievolita, fino alle palesi difficoltà dei giorni nostri. Almeno due sono i limiti evidenti manifestati. Il fatto che piano piano abbia preso il sopravvento la disputa politica di parte, quando invece era ed è necessaria una forte spinta all’unità delle forze politiche e delle Istituzioni.

In secondo luogo il largo prevalere del tema dei rimborsi individuali dei danni subiti rispetto a quelli della sicurezza dei fiumi per il futuro e delle opere pubbliche da rigenerare, quando non da ricostruire, assumendo così come indirizzo guida il “bene comune”.

Circa il tema dell’unità ricordo le tante manifestazioni fatte a Castel Bolognese per sostenere la circonvallazione e come in tutte le occasioni le varie bandiere politiche si siano mischiate. Quelle del Pd hanno sempre sfilato con quelle della Lega, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale; dietro loro hanno sempre camminato i dirigenti ad ogni livello di queste forze. Oggi la circonvallazione è partita, la prima pietra sarà posta da un Ministro dello schieramento avverso a quello del Comune e della Regione, ma certamente nessuno se ne dorrà. L’obbiettivo è stato raggiunto.

Sui rimborsi va detto che la bufala del 100% si è rilevata sempre più come tale. Quella che abbiamo subito è stata una delle massime tragedie avvenute nel pianeta terra durante lo scorso anno. La quarta, forse la terza, ci hanno detto. Una tragedia che porterà i suoi effetti fin molto avanti nel tempo, come il mondo dell’agricoltura ci dice. Non c’è ombra di dubbio che le famiglie e le attività economiche di tutti i settori, vadano aiutate, secondo uno schema di valori che la politica deve orientare, nel segno dell’equità.

Certo, va combattuta la miseria di chi non ha le risorse per riemergere, vanno aiutate le imprese di tutti i settori secondo criteri di proporzionalità, ma il criterio che va affermato in cima a tutti, particolarmente in presenza di risorse limitate – perchè di questo si tratta – è il criterio del “bene comune”, a partire dalle opere per la sicurezza e da quelle pubbliche danneggiate o distrutte dagli eventi calamitosi.

A Castel Bolognese quante e quali sono le opere pubbliche – riferite quindi al bene comune – danneggiate e da riattivare? Non mi risulta ci sia ancora un elenco preciso, ma potrebbe essermi sfuggito. Si indica in venti milioni di euro la cifra che occorre per ripristinare il preesistente. A mio parere sarebbe opportuno conoscere un elenco sul quale chiedere la mobilitazione dei cittadini, così da motivarli e da renderli partecipi.

Penso che in cima a tutto vadano poste le scuole danneggiate, a partire dalla Materna Statale, ancora oggi ancora completamente chiusa.

Poi il Teatrino. Castel Bolognese ebbe in passato un bel teatro che venne distrutto dalla guerra; le Amministrazioni del dopo guerra scelsero di non ricostruirlo. Forse fu un errore a cui si è posto parzialmente rimedio solo in anni recenti, attrezzando il Teatrino del Vecchio Mercato, miseramente naufragato sotto la melma. Castel Bolognese merita uno spazio adeguato per la cultura. Abbiamo un cinema molto apprezzato, un sistema museale da migliorare, manca il Teatro.

La terza opera pubblica da porre al centro è, a mio parere, il Parco fluviale, in opera dal 2005 – fu inaugurato il 10 agosto, giorno di San Lorenzo (*) – che proprio lo scorso anno l’Amministrazione comunale, con azione meritoria, ha ampliato nella sua portata. Il Parco fluviale è utile per la prevenzione e per la salute di noi tutti. Un’opera che guarda alla qualità della vita. In diciannove anni di attività ha registrato la stima di oltre 800 mila passaggi. Moltiplicati per circa 7 km l’uno, fanno quasi 6 milioni di km percorsi a piedi. Calcolando circa 60 calorie spese a km, sono circa 360 milioni le calorie bruciate che equivalgono ad un numero – che non so calcolare – di chili di grasso consumati. Con un beneficio certamente di notevole rilievo per la salute dei castellani e per le casse della Sanità pubblica.

Sono queste le ragioni che mi portano a dire che il tema della sicurezza del fiume – da porre avanti a tutti – deve combinarsi con il suo valore ecologico da conservare e con l’utilizzo per la mobilità delle persone con fini salutistici, culturali e di prevenzione. 

(*) Info dal bel libro di Carmela Di Paola “Dalla carta carbone alla posta elettronica certificata”.

 

 

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