Questo breve scritto, nascosto distrattamente nei miei appunti, è riferito al 30 agosto del 2013, giorno in cui Matteo Renzi era in viaggio verso Borgo Sisa per il suo comizio a quella Festa democratica. Ho pensato meriti di vedere la luce anche in ricordo della protagonista.
Un’arzilla signora di quasi novant’anni l’altro giorno si affaccia, concitata e sorridente, alla porta di casa. Mi chiama: “Domenico corri, corri, vieni a vedere”. Resto molto sorpreso e subito le chiedo: “Ma cosa succede?” E lei: “Vieni, vieni, la televisione fa vedere Renzi che arriva a Forlì”.
La signora è nata in una famiglia di storici e inossidabili comunisti lughesi, che mai, nemmeno per un secondo, ha perso la via.
Mi chiedo quanto enorme possa essere il potere di attrazione e di condizionamento della televisione sulle persone anziane e quanto significativo possa essere un giudizio, poi accompagnato dal voto, ottenuto sulla base di criteri, per così dire, abbastanza superficiali. Non so se si possa dire che questo possa essere un problema della democrazia.
L’episodio mi ricorda anche la battuta di un amico il quale, dopo il recupero elettorale di Berlusconi alle ultime elezione, affermava che, per andare a votare, occorrerebbe istituire il patentino: vota solo chi è promosso.