Vaccinarsi, unica strada per evitare la legge.
La vicenda dei no vax – quelli che dicono di non vaccinarsi – deve continuare a preoccupare. Il fallimento delle manifestazioni promosse nei giorni scorsi è buona cosa, ma non si possono dimenticare le proteste violente precedenti, cavalcate dalle organizzazioni fasciste e naziste in cerca di uno spazio politico.
Siamo ancora di fronte ad una questione democratica che richiede la massima attenzione da parte di tutti. La prima cosa da fare è non offrire alibi o pretesti ai sediziosi, confondendo i dubbi e le perplessità circa i contenuti della lotta al virus – certamente legittimi – con propositi e obbiettivi di ben altro segno.
E’ opportuno riflettere. La luce di riferimento non può essere altro che la comunità scientifica accreditata. In secondo luogo i movimenti e le scelte delle nazioni progredite. Scelte che possiamo così riassumere:
- L’obbiettivo da raggiungere è l’immunità di gregge per l’ottenimento della quale lo strumento più efficace è il vaccino, alla condizione che oltre il 90% della popolazione aderisca alla campagna;
- il green pass – la certificazione verde – è lo strumento utile a sostenere la campagna di vaccinazione, a garantire la fruizione di servizi essenziali (sanità, servizi sociali, scuola, trasporti, determinate attività economiche), a tutelare le fasce di rischio più esposte;
- la vaccinazione obbligatoria sarà l’estrema ratio, se il green pass non dovesse portarci all’immunità di gregge con oltre il 90% di persone vaccinate.
Parrà paradossale, ma l’unico modo per evitare la vaccinazione obbligatoria per legge è quello di vaccinarsi. La cosa da fare allora fino a quando ci sarà tempo sarà di promuovere e sostenere ancora più la campagna di vaccinazione, chiedendo a tutti di vaccinarsi.
Alla luce di tutto questo nutro molte perplessità circa la posizione assunta dalla Cgil. Principalmente perchè, proponendo la “vaccinazione obbligatoria solo se per legge”, cerca una scorciatoia nel tentativo di eludere di scegliere. Questo non fa parte della storia di questa grande organizzazione sindacale che ha fatto della confederalità, ovvero dell’anteporre agli interessi particolare quelli collettivi del Paese, il suo tratto storico essenziale e forte. Che adesso Landini pare voglia – inaspettatamente – mettere da parte.
Sul piano della lotta al Covid bisogna dire che il Governo, pur ricco di contraddizioni politiche al proprio interno si muove bene. Draghi e Speranza sono garanzie, così come la ministra dell’interno Lamorgese che tiene testa con tranquilla determinazione ai rigurgiti di varia natura.
E’ in campo la questione dell’elezione del Presidente della Repubblica. Abbiamo un Presidente anziano, ma di elevata morale e rettitudine, oltre che di adeguata fermezza istituzionale e di garanzia per tutti, visto l’abilità con cui si è mosso nei passaggi più delicati della vita politica di questi anni. L’ipotesi che possa essere rieletto, anche per un periodo più breve rispetto al normale mandato istituzionale, credo non vada scartata. Anzi.