Castel Bolognese paese morto?
Dispiace anche a me che il negozio di Giuseppina Dalpozzo chiuda. Non ne ero cliente perchè non coltiviamo quel genere, ma mi piaceva ed ogni volta che passavo davanti gettavo con curiosità l’occhio. E mentre tanti castellani vanno nelle città limitrofe per fare acquisti, quel negozio era qualcosa per il quale qualcuno veniva a Castel Bolognese. Una rarità.
Giuseppina, dispiaciuta, parla di paese oramai “morto”.
Addita questo al fatto che i portici lungo la via Emilia sono oramai svuotati e che comunque non c’è interesse ad investire in quei luoghi, pur così belli.
Il tema posto è reale e degno di discussione. Personalmente non credo che Castel Bolognese sia un paese “morto”. Certamente però potrebbe essere più vivo. Una delle ragioni di questa carenza deriva, a mio parere, dalla inadeguatezza della rete commerciale per un comune con 12 – 13 mila persone dimoranti. Sono certo che di frequente capita a quasi tutti di dovere recarsi fuori per acquistare qualcosa che a Castello non trovano.
Quali sono le cause di tutto questo?
A mio parere il problema è la via Emilia e la sua mole di traffico a lunga percorrenza. Io penso che i cittadini non siano attratti dal frequentare i portici lungo la via Emilia perchè sono pesantemente inquinati dal traffico. Sono vere e proprie camere a gas, testimoniato dal fatto che ci troviamo in una delle aree più inquinate d’Europa e dove è maggiore il tasso di mortalità derivato dalle polveri sottili. Come si può camminare – e anche operare – quando in determinate condizioni di luce “vedi” l’aria azzurrognola?
Bisogna quindi realizzare la circonvallazione (e anche il Casello autostradale), tema che spesso sparisce dall’attenzione mediatica. Il percorso è avviato, occorrerebbe correggere il metodo su come viene affrontato. Occorrerebbe maggiore dinamicità, una volta si chiamava “lotta”.
Però quest’opera non basta per fare “risorgere” Castel Bolognese.
Bisognerà dotare quel tratto di via Emilia di un certo numero di parcheggi temporanei. Con qualche rischio in più è possibile anche adesso nelle condizioni date. Ricordo in tal senso un progetto del 2008 – sarà sicuramente agli atti del Comune – che prevedeva un quindicina di parcheggi ricavati dalla rimozione dell’inutile marciapiedi. In Giunta eravamo d’accordo, tuttavia qualcuno lo affossò. Non ho mai capito se l’allora dirigenza del comune o l’Anas.
Contemporaneamente alla realizzazione della circonvallazione e alla rivisitazione degli spazi della sede stradale nel tratto dei portici, occorrerebbe fosse sviluppata l’idea del turismo possibile per questa realtà.
Castel Bolognese offre cose belle sotto tanti punti di vista.
Non sto ad elencarle per brevità. Ma occorre un salto culturale che dovrebbe essere guidato dall’Amministrazione comunale che, credo, abbia questa idea, ma che tarda ad appalesarsi. Uno dei motori propulsivi di questo “movimento” dovrebbe essere l’associazione Pro Loco, nata e promossa ovunque in Italia per questo fine.
Queste azioni – circonvallazione, nuova via Emilia, turismo – potrebbero essere la risposta al tema del “paese morto” posto da Giuseppina.