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I vulcanetti della Serra non ci sono più

I vulcanetti della Serra, da lungo tempo presenti nel letto del Rio Sanguinario, più o meno in corrispondenza della retta immaginaria che unisce la chiesa del Serra e quella di Bergullo, non sono più visibili. Nel 1995, data della foto, e anche in anni successivi, si presentavano come un cono con un diametro di circa un metro in cima al quale c’era una pozza di fanghiglia liquida con al centro una bolla che sprigionava gas. Pareva una pentola in lenta ebollizione. La sostanza era fangosa e nei tempi passati veniva utilizzata dai contadini per le artriti loro e anche delle bestie. Una di queste pozze, più ampia, era ed è tutt’ora presente sulla riva di sinistra ed è recintata. Pare sia stata – e forse sia – “sfruttata” dallo stabilimento termale di Riolo Terme.

Negli anni sessanta molti castellani erano d’uso andare ai vulcanetti, conosciuti col nome di “buldur” – bollitori, tanto che quando alla fine degli anni novanta organizzai una camminata per visitarli, vi partecipò un gruppo di quasi cento persone.

Nei giorni scorsi siamo tornati a cercarli per vedere in quale condizione fossero, ma non li abbiamo più trovati. Nella riva sinistra è ancora presenta la pozza recintata, contiene il liquido fangoso dal colore caratteristico, tuttavia appare abbandonata. I vulcanetti invece presenti lungo il Rio, quelli che a volte imbrattavano con i loro spruzzi gli alberi attorno ad essi, non sono più in attività. Si scorge ancora un cono caratteristico, ma è coperto di erba ed arbusti.

Sparisce così una delle piccole curiosità del territorio di Castel Bolognese. Siccome però, per la loro configurazione geologica – escono dalla falda in corrispondenza di fratture nello strato soprastante impermeabile – sono soggetti a spostarsi, speriamo di poterli rivedere presto.

Fonti info:

Antonio Zambrini  – Spostamenti nelle bocche dei “bollitori” di Bergullo (Imola)
Andrea Soglia – La storia di Castel Bolognese I corsi d’acqua di Castel Bolognese

Foto: purtroppo quella che mostra l’ex vulcanetto, oramai coperto di erba, l’ho persa. Quelle che vedete presentano l’habitat del Rio Sanguinario. Purtroppo caratterizzato da ammassi di legna e cemento che poco hanno a che fare col rispetto e la bellezza dell’ambiente circostante.

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